“Come ha detto che si chiama?”: posto di blocco, ufficiale il ‘TEST ANAGRAFICO’ I Da Aprile sequestro dell’auto e CARCERE

“Come ha detto che si chiama?”: inizia così il nuovo e temibile test che in strada le forze dell’ordine devono attuare per legge durante i controlli. E il nuovo procedimento al posto di blocco ti costa caro: dalla multe al sequestro dell’auto, fino al carcere.
Tutto vero: ti arrestano. Finisci in galera, e col conto svuotato da una mega multa, e perdi anche la titolarità dell’auto se lo fai, da oggi in poi.
Che cosa? E’ semplice, ed è anche facilmente intuibile dal nome che viene ormai universalmente dato a questo tipo di test. Vale a dire il test anagrafico.
Come dice la parola, si tratta di un controllo sulle anagrafiche del cittadino che si trova al volante e che viene fermato in strada durante un ordinario posto di blocco.
Ora, per molti sembrerà che non ci sia nessuna novità da questo punto di vista: in verità, questo non è un semplice controllo di routine. E si rischia grosso.
Posto di blocco, ufficiale col test anagrafico finisci in galera
Che cosa di prefigge di fare questo test anagrafico? In poche parole, da Aprile in poi, scatteranno dei provvedimenti durissimi per chi dovesse violare la legge, dalla requisizione del mezzo all’arresto. Ti mettono le manette e ti portano via. Per aver fatto che cosa? Per via del tuo nome, appunto. E più in generale della tua anagrafica. In una parola sola? Per aver detto il falso.
Fornire false generalità durante un controllo di polizia, come dichiarare un nome falso o fornire documenti non propri, è un reato punito dal Codice Penale e dal Codice della Strada. La legge prevede sanzioni severe, che possono includere multe salate, il ritiro della patente e persino la reclusione in alcuni casi.

Che cosa stai violando se lo fai, e cosa rischi
Se un conducente fornisce false generalità o usa un nome fittizio, può incorrere nei reati di falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale (art. 495 c.p.). Chiunque fornisce false generalità a un pubblico ufficiale rischia la reclusione da 1 a 6 anni: è considerato un reato grave, perché mina la fiducia nell’autorità e può ostacolare indagini.
Si parla anche del reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.): se un soggetto si spaccia per un’altra persona, rischia fino a un anno di reclusione. Questo vale anche se si forniscono documenti appartenenti ad altri. E si aggiunge quello di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.) se l’uso di false generalità è accompagnato da un tentativo di sfuggire al controllo, può configurarsi anche resistenza a pubblico ufficiale, con pena da 6 mesi a 5 anni di reclusione.