Ufficiale, Salvini approva la “TASSA IMMATRICOLAZIONE BIS”: caccia subito 16 mila euro o si prendono la macchina e non la rivedi più

Ufficiale, Matteo Salvini approva la ‘Tassa di immatricolazione bis’: se non registri immediatamente la tua targa, e non paghi, è la fine. Scatta un protocollo di legge durissimo: sanzioni inimmaginabili fino a prima della Riforma, pari a 16 mila euro.
Se non paghi la tassa, ti distruggono il conto e, quasi certamente, il futuro. Almeno quello a medio lungo termine: ed è inevitabile vederla in questi termini.
Come altrimenti potresti giudicare un vincolo di pagamento perentorio e ‘coattivo’ pari a 16 mila euro? Chi ha la possibilità di pagare 16 mila euro così sull’unghia?
Di certo, poi, perfino a un nababbo, come si è soliti definire i facoltosi fortunati dal punto di vista economico, odierebbe ‘regalare’ al vento una cifra così.
In questo caso poi il vento sarebbero le Autorità: dal momento che scatta per legge la nuova tassa di immatricolazione, definita per appunto tassa bis.
Tassa di immatricolazione bis: tutti costretti a pagare, ecco da quando
Bis perchè, ovvio, la paghi due volte: ma la domanda delle domande, in fin dei conti, è sempre la stessa. Perché? E che cosa esattamente dobbiamo pagare? Di che cosa verremmo accusati se non lo facessimo? Proviamo a focalizzare il problema. E’ prevista, ora, per legge, questa sorta di tassazione bis in merito alla immatricolazione. Chi compra un veicolo sa di cosa parlamo.
Non appena compri, paghi una tassa di registrazione ufficiale della targa del tuo veicolo negli archivi di legge, di modo che la Motorizzazione, e a pioggia chiunque – tra le forze dell’ordine – dovesse fare un controllo, saprà sempre in un attimo a chi è riferita quella targa, registrata (e pagata) in modo regolare. Ma che succede se vengono a galla ‘anomalie’ o peggio ancora ‘frodi’?

Ecco cosa ti succede se ci provi
La tassa di immatricolazione bis a cui facciamo riferimento ha una precisa natura e, a dirla tutta, dal punto di vista tecnico e istituzionale non rientra appieno nella tipologia di ‘tassa’: è, bensì, una sanzione, una punizione. Ma cambia solo la terminologia: devi pur sempre tirare fuori un bel gruzzoletto.
La differenza è che lo devono fare solo coloro i quali si sono macchiati di un grave reato, che è quello della clonazione o modifica o alterazione della targa auto ai fini di una frode allo Stato. Se camuffi la targa, in qualunque modo tu lo faccia, per evitare multe (ad esempio all’autovelox o alle ZTL) sei fregato. Oggi il Gruppo Pronto Intervento Traffico (Gpit) dispone di strumenti efficaci e imbattibili per stanare le fregature, e le sanzioni sono pesantissime. Sedici mila euro da pagare, e rischio persino del ‘penale’.