STRISCE BLU CANCELLATE: ufficiale la legge, non devi pagare il ticket e non possono più multarti
Strisce blu addio, vengono cancellate e non devi pagare: si annulla il vincolo del ticket e non ti possono multare. E’ legge, ed è già attiva. Basta rispettare dei parametri e avrai il diritto di sostare nello spazio ‘blu’ senza dover fare un solo cent a nessuno.
Le strisce blu indicano aree di parcheggio a pagamento, ma in alcune situazioni è possibile non pagare il ticket o ottenere l’annullamento di una multa.
Il Codice della Strada e alcune sentenze hanno chiarito chi può parcheggiare gratuitamente e in quali circostanze: rendendo di fatto libera la sosta nelle strisce blu.
Dal 1° luglio 2020, secondo l’articolo 7 del Codice della Strada, se il parcheggio è a pagamento, deve essere possibile pagare con metodi elettronici (bancomat, carta di credito, app digitali).
Se il parchimetro accetta solo monete e non ci sono alternative, il ticket non è obbligatorio e l’eventuale multa può essere contestata.
Ecco cosa dice la legge davvero sulle strisce blu
Secondo una sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 116/2007), i Comuni devono garantire un numero sufficiente di parcheggi gratuiti nelle vicinanze delle aree a pagamento. Se in una zona non esistono strisce bianche (parcheggi gratuiti), il pagamento del ticket non è obbligatorio. In molte città, i residenti possono parcheggiare nelle strisce blu senza pagare, grazie a permessi comunali specifici. Ogni Comune ha regolamenti diversi, quindi è importante verificare le agevolazioni disponibili nella propria area di residenza.
Chi possiede il contrassegno per disabili (CUDE) ha diritto a parcheggiare gratuitamente nelle strisce blu, senza bisogno di esporre il ticket. Questo vale su tutto il territorio nazionale, ma è sempre meglio informarsi sulle regole specifiche del Comune.
Errori, segnaletiche e non solo: tutto questo ti fa evitare il ticket
Se un’area a pagamento non è segnalata in modo chiaro, la multa può essere contestata. I cartelli devono essere ben visibili e riportare informazioni sul costo, gli orari e le modalità di pagamento. Se la multa riporta dati errati (targa sbagliata, orario inesatto, assenza del codice del verbale), si può presentare ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace per ottenere l’annullamento.
Se ritieni che la multa sia ingiusta, puoi contestarla in tre modi: inviando una richiesta di annullamento in autotutela al Comune, se l’errore è evidente o facendo ricorso al Prefetto entro 60 giorni, allegando prove come foto o documenti o, ancora, al Giudice di Pace entro 30 giorni, pagando un contributo di circa 43 euro.