Obblighi di casco, targa e assicurazione per monopattini: ne parla il presidente Assosharing Giaretta
Quando il troppo stroppia. A breve è previsto il via libera del Senato affinché diventi obbligatorio avere casco, targa e assicurazione, per i possessori di un monopattino. Questo indistintamente che siano società di sharing o privati.
A parlarne con noi, in esclusiva, è vice presidente assosharing Andrea Giaretta, associazione che raccoglie e tutela gli interessi delle società di sharing. L’associazione rappresenta la maggioranza del mercato italiano in sharing, e la prima associazione di categoria del comparto sharing mobili in Italia.
Proprio in tal senso, entrando nel vivo la questione relativa alla approvazione dell’obbligatorietà del casco, della targa e dell’assicurazione per i monopattini, il vice presidente assosharing Andrea Giaretta ne parla con chiarezza e puntualità.
Il vice presidente assosharing Andrea Giaretta si è detto piuttosto preoccupato a riguardo: “La normativa che è in votazione al Senato è un boomerang – ci ha detto in esclusiva –. La normativa sui monopattini era stata proposta nel 2021 dal Senatore Rosso. Si regolamentavano potenza dei veicoli, velocità, e aree nelle quali si potevano utilizzare. Lo sharing ha applicato in maniera seria gli obblighi, al punto che, in tutta Italia, il tasso di mortalità è calato del 100% già nel primo anno, e non si sono più registrati incidenti mortali nemmeno nel secondo.”
“Questo passaggio è fondamentale. Gli incidenti non erano più mortali, – prosegue Andrea Giaretta – benché non ci fosse l’obbligo di utilizzare i caschi che vogliono invece introdurre. Il problema però è che lo sharing non rappresenta la totalità degli utilizzi. I privati non sono così controllabili dal punto di vista tecnologico. Le persone che vanno a 60 km/h in tangenziale sono privati che non subiscono gli stessi controlli. Il casco farà pensare alla gente di rispettare le normative, benché non sia così visto che molti ignorano le aree nelle quali è lecito utilizzare i monopattini e i limiti di velocità, e di conseguenza aumenteranno i rischi.”
“Dal nostro punto di vista – continua il vice presidente Assosharing – a rimetterci sarà solo lo sharing, che è l’unico che ha sempre fatto rispettare le regole, e sarà indebolito generando così un effetto boomerang. Inoltre si sottovaluta l’aspetto ambientale: dove mettiamo i caschi? Aumenterà il disordine, ci sarà una perdita dei posti di lavoro e soprattutto gli utenti prenderanno mezzi privati e violeranno quindi le normative. A Parigi sono stati aboliti i mezzi sharing, ma contestualmente sono aumentati del 36% i morti fra i privati che avevano i mezzi di proprietà. Vorremmo dimostrare l’inefficacia della norma attraverso i dati, nella speranza che si faccia un passo indietro. Altri Paesi hanno già intrapreso questo percorso e i risultati sono pessimi. È una decisione importante, la responsabilità della stessa non va sottovalutata”. Benché contesti la nuova normativa, Giaretta è convinto che la stessa sia stata proposta non in malafede: “Dubito ci sia un attacco allo sharing. Credo sia noncuranza”.