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Alcol alla guida, da oggi si può: UFFICIALE, scatta la ‘tenuità del fatto’, non sei più punibile I Lo dice il Codice Penale

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In Italia, la tenuità del fatto è un principio giuridico che può essere applicato anche nei casi di guida in stato di ebbrezza, in determinate condizioni.

Questo istituto, regolato dall’articolo 131-bis del Codice Penale, consente al giudice di dichiarare non punibile un reato qualora la condotta sia di particolare tenuità e non rappresenti un comportamento abituale.

Tuttavia, ci sono dei criteri stringenti per la sua applicazione, soprattutto nei casi di infrazioni gravi come l’abuso di alcol alla guida.

Per applicare la tenuità del fatto nei casi di guida in stato di ebbrezza, devono essere soddisfatti alcuni requisiti fondamentali.

Il primo riguarda la gravità del tasso alcolemico rilevato: generalmente, questo istituto si applica solo per infrazioni meno gravi, ossia con un tasso alcolemico basso.

Tenuità sì, ma solo in questi casi

Il tasso deve esser compreso tra 0,5 g/l e 0,8 g/l. Per tassi superiori, la situazione viene considerata più pericolosa per la sicurezza stradale e, quindi, non idonea all’applicazione della tenuità del fatto. Un altro elemento considerato è l’assenza di danni o lesioni a persone o cose. Se la guida in stato di ebbrezza ha causato un incidente o ha messo seriamente in pericolo l’incolumità altrui, la tenuità del fatto non può essere invocata. Il giudice deve valutare che il comportamento sia effettivamente di bassa gravità, sia sotto il profilo soggettivo che oggettivo.

Se il giudice riconosce la tenuità del fatto, la conseguenza principale è la non punibilità del reato. Questo significa che il conducente non dovrà scontare la sanzione penale prevista per la guida in stato di ebbrezza. Tuttavia, questo non elimina automaticamente tutte le conseguenze amministrative, come la sospensione della patente, che possono comunque essere applicate.

L’applicazione della tenuità del fatto si traduce in una sorta di “perdono” per il reato commesso, ma solo in casi marginali e di scarsa pericolosità sociale. Inoltre, può essere applicata solo se il soggetto non ha commesso reati della stessa natura in precedenza, poiché la norma esclude chi è recidivo.

Un automobilista esegue il test alcolemico da solo - fonte depositphotos.com - giornalemotori.it
Un automobilista esegue il test  – fonte depositphotos.com – giornalemotori.it

Tenuità del fatto: occhio ai (veri) limiti

La tenuità del fatto è spesso oggetto di dibattito quando si tratta di reati connessi alla sicurezza stradale. Molti ritengono che, anche con tassi alcolemici di poco superiori al limite, la guida in stato di ebbrezza rappresenti un rischio troppo elevato per essere considerato “tenue”. Di conseguenza, la sua applicazione dipende molto dalla valutazione discrezionale del giudice e dalla specifica situazione in cui si è verificata la violazione.

In definitiva, la tenuità del fatto offre una possibilità di non punibilità per reati di minore entità, ma la sua applicazione nel caso di guida in stato di ebbrezza rimane limitata a situazioni di basso rischio. Il giudice deve valutare con attenzione tutti gli elementi del caso, tenendo presente che la sicurezza stradale rimane una priorità, e che la guida sotto l’effetto di alcol, anche in dosi moderate, può comunque rappresentare un serio pericolo.