Multe auto, da oggi basta la parola del vigile: passa il sì, per la legge è “determinante” | Ma c’è gia pronta la furbata
In Italia, la parola di un vigile urbano o di un agente di polizia può essere sufficiente per contestare una multa stradale, ma con alcune condizioni e limitazioni ben definite.
Il Codice della Strada riconosce agli agenti di polizia una certa autorità nel sanzionare le infrazioni, tuttavia, esistono dei parametri entro i quali questa autorità può essere esercitata, e il principio di oggettività e trasparenza deve sempre essere garantito.
La testimonianza di un vigile o di un agente ha valore legale e, in molti casi, può rappresentare una prova sufficiente per l’emissione di una multa.
Questo è particolarmente vero per le infrazioni che vengono rilevate direttamente dagli agenti, come il mancato rispetto di un semaforo rosso, l’uso del cellulare alla guida, o il parcheggio in una zona vietata.
In queste situazioni, la contestazione immediata da parte dell’agente e la sua relazione nel verbale costituiscono prova dell’infrazione.
Cosa dice la legge
Secondo l’articolo 2700 del Codice Civile, il verbale redatto da un pubblico ufficiale fa fede fino a querela di falso, almeno per quanto riguarda i fatti che l’agente ha potuto osservare direttamente e a cui ha assistito personalmente. In altre parole, se un vigile afferma di aver visto un’infrazione, la sua parola è considerata attendibile, salvo che l’automobilista non dimostri, con prove contrarie, che quanto riportato non corrisponde al vero.
Tuttavia, la parola del vigile potrebbe non essere sufficiente in alcuni casi, specialmente quando l’infrazione richiede un rilevamento strumentale. Un esempio classico è quello dell’eccesso di velocità, che può essere contestato solo se misurato con dispositivi omologati, come autovelox o telelaser. In questi casi, l’agente non può emettere una multa basandosi esclusivamente sulla sua percezione visiva; è necessario un rilevamento strumentale certificato che confermi l’infrazione.
Inoltre, per infrazioni che non possono essere immediatamente verificate dagli agenti (come il superamento di un limite di tempo di parcheggio), è richiesto l’uso di strumenti adeguati o di documentazione fotografica. Se la multa viene contestata, l’automobilista può richiedere che venga prodotta la prova dell’infrazione, soprattutto in assenza di una contestazione immediata.
Contestazione della multa: come fare?
L’automobilista che ritiene ingiusta una multa può presentare ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace. In questi casi, è possibile contestare la validità della parola del vigile, cercando di dimostrare che le condizioni in cui l’infrazione è stata rilevata non erano chiare o che la versione dei fatti riportata dall’agente non è corretta. È importante notare che il verbale del vigile rimane comunque un documento ufficiale, e la sua validità può essere messa in dubbio solo presentando prove concrete, come testimonianze, video o altre documentazioni che contraddicano la sua versione.
In alcune situazioni, come nel caso di comportamenti pericolosi alla guida o di violazioni che comportano un rischio immediato per la sicurezza pubblica, la parola del vigile può essere decisiva. Ad esempio, se un agente testimonia di aver visto un automobilista passare con il semaforo rosso o effettuare un sorpasso pericoloso, la sua parola può bastare per emettere una sanzione, in quanto si tratta di infrazioni che spesso non lasciano tracce oggettive, ma richiedono una valutazione immediata da parte delle autorità.