Emissioni auto, altro che deadline 2025: l’Europa si rimangia tutto, rinvio a data da destinarsi I E se sali a bordo ti multano lo stesso
Stanno per cambiare per sempre le cose: ecco quando entreranno in vigore i nuovi requisiti sulle emissioni di Co2.
Parlare di mobilità e di auto al giorno d’oggi non può prescindere da quello che è uno dei temi fondamentali dei tempi moderni. Stiamo parlando ovviamente della sostenibilità ambientale. La situazione è ogni giorno sempre più drammatica e il problema del surriscaldamento globale è destinato ad avere delle ripercussioni senza precedenti. Effetti che purtroppo sono già sotto gli occhi di tutti.
Per contrastare questo problema, l’Unione Europea ha scelto di intervenire regolando il settore delle automobili. La scadenza più importante, ovvero quella che è destinata a cambiare per sempre il mercato così come lo conosciamo oggi, è senza dubbio quella del 2035. Dopo questa data nel vecchio continente non sarà infatti più possibile immatricolare auto a combustione termica.
E poi c’è un’altra data che ha un’importanza fondamentale e che è molto più vicina di quanto si possa immaginare. Stiamo parlando del 2025. L’anno prossimo entreranno infatti in vigore i nuovi requisiti sulle emissioni di co2 per auto in Europa. Una scadenza che ora molti chiedono di rimandare.
Slitta la data del 2025? Che cosa sta accadendo
A chiedere lo spostamento di questa data è stata l’associazione europea dei costruttori di automobili, che vuole posticiparla di almeno due anni. La principale preoccupazione riguarda l’aspetto economico e produttivo che queste nuove regole potrebbero avere per il settore. Ne ha parlato anche Luca de Meo, che è l’amministratore delegato di Renault. De Meo ha avvertito che le aziende rischiano multe miliardarie oppure una drastica riduzione della produzione di auto a combustione interna.
C’è poi un’altra questione che preoccupa parecchio le aziende europee ed è la concorrenza dei marchi esteri. In particolare, a preoccupare è la Cina, che offre veicoli elettrici a prezzi decisamente più competitivi. A dare supporto a De Meo è stato anche il presidente di Volkswagen, Hans Dieter Potsch.
Il pensiero di Carlos Tavares, ceo di Stellantis
La sensazione per molti è che manchino le condizioni strutturali per consentire all’elettrico di diffondersi davvero. Per esempio, non è presente un’adeguata rete di colonnine di ricarica. E poi ci sono altri problemi da superare, tra cui quello dei costi troppo alti e le difficoltà legate all’autonomia della batteria.
Un pensiero è stato espresso anche da Carlos Tavares, Ceo di Stellantis. L’amministratore delegato del marchio ha sottolineato come l’industria fosse già da tempo a conoscenza delle nuove regole. Le aziende si sarebbero dovute dunque preparare meglio a queste scadenze.