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Truffa del ‘cavallo’, boom a Settembre: da nord a Sud, automobilisti appiedati e truffati I La polizia ti avverte: te la cavi solo così’

Il suv più amato dalla polizia - fonte depositphotos.com - giornalemotori.it
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La truffa del cavallo di ritorno è una frode diffusa in Italia, particolarmente nelle grandi città e nei contesti criminali, che riguarda il furto di automobili.

Questo tipo di truffa prevede il furto del veicolo con l’obiettivo di estorcere denaro al proprietario per restituirglielo, in cambio di un “riscatto“. Il termine “cavallo di ritorno” deriva dal gergo criminale e si riferisce al ritorno del bene rubato dietro pagamento.

Il meccanismo della truffa è relativamente semplice. Dopo aver rubato l’auto, i ladri non cercano di venderla o smontarla per rivendere i pezzi, come accade in altri tipi di furti.

Invece, contattano il proprietario per offrirgli di restituire il veicolo in cambio di una somma di denaro. Spesso, i ladri lasciano un messaggio anonimo sulla scena del crimine o tramite canali criptati, in cui forniscono le istruzioni per il pagamento.

Il proprietario, preoccupato per i costi e i disagi che comporterebbe la perdita dell’auto o per evitare di coinvolgere le autorità, potrebbe sentirsi costretto a pagare il riscatto richiesto.

Modus operandi noto, ma tanti ci cascano ancora

La cifra chiesta dai criminali varia, ma di solito è inferiore al valore di mercato dell’auto, rendendo l’offerta apparentemente conveniente rispetto alla perdita totale del veicolo. La truffa del cavallo di ritorno è particolarmente diffusa in alcune aree dell’Italia meridionale, come la Campania, dove è stata praticata per molti anni come parte di attività criminali più ampie. Tuttavia, il fenomeno si è esteso a tutto il territorio nazionale, con casi segnalati in diverse grandi città italiane, tra cui Roma e Milano.

Questa pratica è favorita dalla complessità e dai costi associati al recupero di un veicolo rubato tramite i normali canali legali. I ladri sfruttano la vulnerabilità e l’ansia delle vittime, che preferiscono pagare piuttosto che affrontare le lunghe procedure burocratiche o il rischio di non recuperare mai il veicolo.

Una pattuglia della polizia locale - fonte Corporate+ - giornalemotori.it
Una pattuglia polizia locale – fonte Corporate+ – giornalemotori.it

Conseguenze legali  e consigli della polizia

Le forze dell’ordine italiane, negli ultimi anni, hanno intensificato i loro sforzi per combattere questo tipo di truffa, grazie all’uso di tecnologie avanzate per il tracciamento dei veicoli rubati e alla cooperazione internazionale con altri paesi europei. Tuttavia, nonostante questi sforzi, il fenomeno rimane difficile da estirpare a causa dell’omertà e della difficoltà per le vittime di denunciare il crimine.

Per proteggersi dalla truffa del cavallo di ritorno, è fondamentale adottare misure preventive. Installare dispositivi di sicurezza come allarmi satellitari, bloccasterzo e localizzatori GPS può rendere più difficile il furto dell’auto. In caso di furto, è sempre consigliabile segnalare immediatamente l’accaduto alle autorità competenti, evitando di cedere al ricatto e favorire ulteriori attività criminali.

La truffa del cavallo di ritorno rappresenta un reato grave che non solo danneggia economicamente le vittime, ma alimenta anche un circuito criminale che va combattuto con la massima determinazione.