Dazi auto alla Cina, dopo i BEV si va oltre, è il turno dei biodiesel: la battaglia è solo all’inizio ma da Oriente non hanno affatto paura
Continua la dura guerra commerciale tra Europa e Cina: questa volta al centro della contesa ci sono i biocarburanti.
Ormai è ufficiale. Dal prossimo 16 agosto, la Commissione Europea ha annunciato l’introduzione di pesanti dazi anti-dumping fino al 36,4% sul biocarburante d’importazione e sull’olio esausto che proviene dalla Cina. Una scelta che non sorprende di certo, dato che questo è già un periodo di per sé difficile da questo punto di vista.
Soltanto qualche settimana fa, infatti, abbiamo assistito all’entrata in vigore dei dazi contro le auto elettriche cinesi, approvati da ben dodici paesi dell’Unione Europea. L’obiettivo è favorire le case produttrici europee proteggendole da quelle che la Commissione Europea, in seguito ad una indagine, ha stabilito essere pratiche commerciali sleali. Non tutti i paesi membri erano d’accordo, bisogna sottolineare: in primis c’era la Germania, contraria per le ripercussioni e l’escalation della guerra commerciale che potrebbe verificarsi.
Oggi la guerra commerciale si gioca sui biocarburanti. I dazi contro il biocarburante non sono che l’inizio.
Biocarburanti cinesi, il problema delle frodi
Gli esperti hanno sottolineato che oggi l’Unione Europea sia dipendente dalla Cina in materia di biocarburanti, in particolare per l’olio esausto. Tuttavia, molti studi hanno rilevato come i costi di raccolta di questo materiale in Cina siano inferiore del 30% rispetto a quelli europei. Un fattore che ha allertato l’Europa sui meccanismi di certificazione e sull’autenticità dell’olio esausto che arriva da Oriente.
La preoccupazione principale, dunque, è quella di incappare in frodi. La Cina copre il 60% delle importazioni di olio esausto che arrivano in Europa, motivo per cui c’è da stare attenti. Il rischio è quello di usare un biocarburante tutt’altro che sostenibile e il cui valore potrebbe essere di gran lunga inferiore rispetto a quello dichiarato.
Servono delle regole più rigorose
Gli esperti (e ovviamente anche gran parte dei paesi membri dell’Unione Europea) si dichiarano favorevoli all’introduzione di questi dazi anti dumping. Ci si sta muovendo nella giusta direzione, dunque, ma da soli questi dazi non saranno sufficienti per contrastare le frodi.
Secondo gli esperti, dunque, oggi l’Unione Europea dovrebbe smettere di incentivare gli oli di scarto importati e non verificabili. Serve una regolamentazione più rigorosa per evitare truffe e materiali scadenti, non sostenibili e anche pericolosi.