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Truffa del cavallo, se sei un turista ti tolgono l’auto da sotto ai piedi e poi ti ricattano così

Se guidi troppo, la polizia è implacabile - fonte depositphotos.com - giornalemotori.it
cavallo di ritorno – fonte depositphotos.com – giornalemotori.it

Viene un po’ considerata come una delle truffe più note più diffuse purtroppo a livello automobilistico: è una sorta di evergreen da cui nonostante tutto non ci si riesce a liberare. Di che cosa stiamo parlando è presto ho detto.

Stiamo citando la più tristemente popolare delle truffe e dei furti di auto: quella rimandata come la truffa del cavallo o, in altri casi come la truffa del cavallo di ritorno.

In tantissimi casi ne abbiamo forse sentito parlare in TV o in radio oppure l’abbiamo letto su giornali e web: si tratta di un caso che, a seconda delle circostanze, prevede metodi di furto differenti ma con un’unica finalità.

Non si tratta semplicemente di un furto in quanto tale: ai ladri in questo caso in effetti l’auto interessa fino a un certo punto è un suo riutilizzo ad esempio sul mercato nero è soltanto un’alternativa secondaria.

Ciò che a loro interessa in questo senso è letteralmente rivendere l’auto ai legittimi proprietari: sì, proprio così, si tratta di una truffa vera e propria che non a caso prende il nome di cavallo di ritorno.

Ritorno nel senso di riappropriarsi della vettura di cui si è titolare da parte del legittimo proprietari ma ad un prezzo, anzi un super prezzo. Ed il punto è tutto qui.

La truffa del cavallo di ritorno non tramonta mai

Particolarmente gettonata in estate quando nelle città o nelle aree di vacanza, litoranea e simili un gran flusso di cittadini e turisti popola le vie con le proprie autovetture, la truffa si sviluppa in una modalità anche piuttosto semplice da identificare. Che si tratti di un agguato realizzato con violenza o con un qualche escamotage un po’ più soft ma non di meno illegale, i ladri tendono in pochi minuti ad appropriarsi di un’auto e a scappare. In altre circostanze un ladro penserebbe a rimettere in circolazione quantomeno alcune componenti del veicolo.

A differenza di chi ruba l’auto per sottrarre per esempio la marmitta o altri elementi di valore, oppure per compiere atti di delinquenza alternativi, o di riferirsi al mercato nero, nel caso della truffa del cavallo di ritorno l’obiettivo è letteralmente a rivendere l’auto ai suoi stessi proprietari. In che modo?

Una pattuglia della polizia locale - fonte Corporate+ - giornalemotori.it
Una pattugli fonte Corporate+ – giornalemotori.it

Poco dopo il furto ti arriva una telefonata

In sostanza ai ladri dopo aver fatto passare un lasso di tempo ragionevole contattano il proprietario telefonicamente via e-mail o nelle altre modalità che riescono a reperire attraverso le le informazioni di cui sono in possesso o a cui risalgono dopo il furto: è subito propongono l’affare. L’affare per loro ovviamente. L’idea è questa: se li vuoi la tua auto me la devi pagare è in contanti a nero.

Di solito la cifra è legata al valore della vettura: più è lussuosa più ti chiederanno. Se il proprietario dell’auto rifiuta tenta altri approcci come quello della denuncia i ladri scappano e riciclano l’auto con altre modalità di lucro, ma quasi sempre ottengono un riscontro a quel punto per loro sarà facile fissare un incontro per la consegna dell’auto in cambio del denaro o peggio tentare un ulteriore truffa chiedendo soldi in aggiunta al momento in cui ci si incontrerà.

C’è solo una strada per evitarlo: denunciare subito e rischiare di prendere l’auto per sempre