Sospensione della patente auto, sei nelle mani del Prefetto: inizia il countdown
Che cosa dice la legge in merito alla sospensione della patente? Ecco quali sono le scadenze previste e che cosa cambia.
Tra le sanzioni peggiori che un’automobilista può incontrare c’è senza dubbio la sospensione della patente. Si tratta di una pena molto severa che vieta ad un’automobilista di guidare per un periodo di tempo più o meno lungo che è determinato dalla gravità del fatto che è stato commesso.
Alcune delle infrazioni che possono portare le autorità a disporre la sospensione della patente ci sono anche la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, così come la guida con la patente scaduta, l’eccesso di velocità oltre una determinata soglia, le violazioni reiterate o altri comportamenti pericolosi.
Stiamo parlando di sospensione della patente e non di revoca. Le due cose differiscono perché la seconda implica l’annullamento del documento di guida, oltre che alla perdita permanente del diritto di guidare qualsiasi veicolo. La sospensione della patente è invece soltanto temporanea e essa viene restituita al termine.
Quali sono i tempi per la sospensione della patente
A definire quali sono i tempi della sospensione della patente è l’articolo 218 del Codice della strada. Esso stabilisce che il documento ritirato e il verbale devono essere inviati all’ufficio del Prefetto entro 5 giorni, mentre si hanno poi 15 giorni di tempo per emettere l’ordinanza di sospensione.
Rispettare tutti questi temi è fondamentale. L’ordinanza deve essere notificata immediatamente all’interessato, come stabilisce il testo della legge, ma il termine “immediatamente” ha sempre creato incertezza ed ambiguità.
Che cosa ha detto la Cassazione
Una prima sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che con “immediatamente” si definisce un termine massimo di 20 giorni complessivi. Si includono così i giorni concessi per l’emissione del provvedimento, con notifica il giorno successivo all’emanazione dello stesso.
Il quadro legislativo è dunque molto più di complesso di quanto si possa immaginare. Diventa dunque fondamentale esaminare ogni provvedimento che è stato adottato, che si può impugnare oltre i 20 giorni dall’accertamento. Una notifica oltre questo termine sarebbe dunque in contrasto con la funzione tipica di questa sanzione accessoria, che è provvisoria e cautelare, e che serve per dissuadere da future violazioni e a tutelare la pubblica incolumità.