Auto cinesi, la guerra deI dazi entra nel vivo
Si accende lo scontro contro Pechino sul tema della concorrenza sleale e a luglio arriverà la stretta: ecco tutte le novità.
Lo scontro si è acceso e le conseguenze si faranno sentire per molto tempo, su questo non c’è dubbio. Il difficile tema della transizione ecologica non riguarda soltanto la sostenibilità ambientale e le case produttrici, ma anche la politica. D’altra parte, le istituzioni europee da tempo stanno spingendo su un cambiamento importante della mobilità nel vecchio continente, ma per il momento le elettriche fanno fatica ad imporsi.
La questione principale e il freno più importante alla diffusione delle auto elettriche nel nostro paese sono senza dubbio i costi elevati di questa tipologia di veicoli. Un fattore che pesa sul ritardo dell’Europa in fatto di transizione elettrica, mentre da oriente arrivano veicoli a costi decisamente più bassi. Il sospetto dell’Unione Europea (confermato anche da recenti indagini) è che la case produttrici asiatiche siano agevolate dal governo cinese.
Una situazione, questa, diventata insostenibile e che la Commissione Europea non poteva più stare a guardare. A luglio arriverà la stretta, mentre anche la Turchia ha già annunciato pesanti dazi e il tema infiamma anche le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, dove sia Joe Biden che Donald Trump promettono la guerra contro le elettriche cinesi.
L’Europa dà il via alla guerra dei dazi
Torniamo però nel vecchio continente. La strategia della Commissione Europea è quella di aumentare i dazi contro le auto elettriche cinesi, che arrivano quasi al 50% con l’obiettivo di bilanciare gli equilibri con la case produttrici europee. Secondo il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, l’obiettivo è garantire una concorrenza leale e non “chiudere il mercato ai veicoli elettrici cinesi”.
La decisione non poteva che scatenare l’ira del governo cinese, che ha già accusato l’Europa di protezionismo affermando che sono state ignorate le regole del commercio. Non solo: a esprimere il suo dissenso è stato anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Berlino non ci sta: le parole del cancelliere Olaf Scholz
Da Berlino arrivano anche le prime proteste contro i nuovi dazi. “Non abbiamo bisogno di altri ostacoli nel commercio“, ha affermato il cancelliere Scholz, invitando la Commissione Europea a stabilire dei colloqui con la Cina. Anche l’Ungheria e la Svezia si schierano con la Germania. È invece entusiasta per le misure adottate il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
I dazi saranno imponenti. Nel dettaglio, dal 10% potrebbe salire fino a toccare il 38,1%. Ora non si aspetta che la reazione concreta del governo cinese.