Non perdi mai più i punti della patente: il trucco (legale) per impedire ai vigili e a chiunque altro di toglierteli I Non possono farti niente
Mettiamo che vi abbiano segnalato per una qualche infrazione stradale, e che presto o tardi, a casa, vi arrivi una multa che non si può confutare: ci sono le prove, in effetti.
Il verbale che vi viene consegnato a casa dimostra, ad esempio, in modo incontrovertibile che siete passati col rosso, che avete violato una zona a traffico limitato, o altro.
In tutti i casi in cui, come di fronte a un autovelox ad esempio, il vostro veicolo sia riconoscibile tramite targa e si riesce a dimostrare l’errore, la multa vi arriverà sempre.
E non si scappa, e c‘è poco da recriminare: chi sbaglia paga, si sa. Eppure, a volte per alcune infrazioni del codice della strada il rischio è doppio, perché la sanzione è ben più ampia.
Infatti non si tratta di subire solo una ‘bella multa salata’, ma anche di andare incontro alla punizione complementare della decurtazione dei punti della patente.
In questo modo non perdi i punti della patente
Come ben sappiamo, il sistema della patente a punti è stato inventato proprio per impedire abusi che, anche se reiterati, al massimo prevedevano multe, ma non aggravi ulteriori.
E dal momento che certe infrazioni sono ben gravi, e pericolose per l’incolumità delle persone e della salute pubblica, è evidente che può non bastare punire con una multa in denaro una persona. Ragion per cui si è pensato di fornire un carnet di punti a ogni guidatore, che parte da venti e, in caso di assenza di incidenti in tot anni può arrivare anche a trenta, ma anche scendere a seconda di quanti errori, e quanto gravi, si fanno in strada.
“La guidano in troppi: non so dire chi fosse”
Più punti perdi, più ti avvicini allo zero, e questo implica che se succedesse si perderebbe la licenza di guidare. E c’è chi però ha trovato il modo di aggirare l’ostacolo. Se non ci sono riconoscimenti sul posto, durante le multe, ma solo invio di verbali da remoto, allora il titolare della patente, non essendo stato individuato, può dire di non essere stato alla guida in quel momento.
A quel punto per legge scatta un iter di 60 giorni per dichiarare il nome di chi stesse guidando, e se non lo si fa, si rischia una multa ulteriore. A meno che, appunto, non si dichiara di non essere tecnicamente in grado di indicare chi stesse guidando l’auto in quel momento. Lo si può fare? Sì, se si dimostra che ad esempio è una macchina familiare e che tante persone sono nella possibilità di guidarla: ad esempio moglie, figli, nuore, generi, nipoti, e via discorrendo. Di fronte alla complessità del riconoscimento, nessuno perde punti dalla patente.