Caro benzina, siamo allo stremo, spese insostenibili: ma la beffa è doppia I Chi si arricchisce non è il benzinaio I Ecco la verità
Oramai sembra essere quasi un disco rotto, ma chi si è ‘rotto’, per dirla in modo gergale, è proprio colui che ne deve sostenere, nel quotidiano, l’onere sempre più gravoso.
Stiamo parlando del rincaro dei costi del carburante: l’aumento dei rifornimenti in particolare di benzina e di diesel che sta depauperando intere risorse familiari.
Il caro carburante è ormai uno dei temi portanti di questi lunghi anni di crisi economica, indubbiamente condizionato da situazioni globali ben superiori alla volontà dei singoli.
Un continuo aumento, una esclation di costi che porta l’asticella sempre più verso l’alto, superando di volta in volta delle soglie che fino a poco tempo fa ritenevamo insospettabili.
Eppure è così: ora che siamo ben oltre a volta la linea di demarcazione – anche psicologica – dei due euro a litro per la benzina, e a aumenti pazzeschi anche per il diesel, emergono anche altri dati.
Carburante caro, ma non si arricchisce chi lo distribuisce
Spesso, nel qualunquismo dentro cui ci viene facile di sguazzare quando c’è una situazione di crisi e di aumento di costi, siamo soliti additare e accusare i diretti ‘protagonisti’. Aumentano le tasse dell’immondizia? Ce la prendiamo con i netturbini. Aumentano i costi dei carburanti? Ce la prendiamo con i benzinai. Ma sbagliamo: perché non solo loro che si arricchiscono.
Un benzinaio, se dipendente, lavora in busta paga e il suo guadagno, oltre che in base all’esperienza, oscilla in base al prezzo di vendita: potrebbe guadagnare meno di 900 euro così come anche oltre le 1500 mensili, a seconda dei casi, dei distributori e delle percentuali di vendita dei carburanti. Ciò viene condizionato dai Platts, ovvero il prezzo di vendita di una tonnellata di carburante nella raffineria.
Distributori carburante, ecco i costi
A incidere, però, sono soprattutto le tasse: il margine dei profitti per chi distribuisce carburante è solo del dieci per cento rispetto al prezzo di vendita: inoltre, l’iter per aprire e gestire una pompa di benzina non è né semplice né rapido, e ci sono delle spese di licenza, di gestione, di sicurezza, di attrezzature che fanno paura.
Il vero problema è che in Italia la tassazione sui carburanti è molto, molto alta: una delle strette fiscali maggiori, al litro, di tutto il mondo: basta confrontare i costi dei Paesi d’Europa per rendersene conto, dove in media, a litro, si risparmiano 40 centesimi alla volta. La tassazione, dunque, è la vera spada di Damocle di cui dovrebbero avere paura i cittadini?