Caro carburanti, è allarme del Codacons: 7 euro in più dall’inizio dell’anno per ogni pieno I Di questo passo andremo tutti a piedi
Quando le statistiche emergono, dal momento che ‘i numeri non mentono’ e come si suol dire la matematica non è un’opinione, allora c’è ben poco da discutere: specie se riguarda il denaro.
Specie se riguarda il ‘nostro’ denaro, laddove per noi si intende la vasta, vastissima platea di cittadini italiani che, in questo lungo periodo, stanno soffrendo e non poco.
Economicamente e psicologicamente: per un danno che anche sul fronte sociale si respira, rendendo di fatto palese una spaccatura tra chi ‘può’ e chi non può. Far cosa?
Verrebbe da dire: tutto. Ma, nel concreto, ciò di cui stiamo parlando, per appunto, statistiche alla mano, è il continuo e drammatico aumento dei prezzi dei carburanti.
Il tema del caro benzina, e diesel, è ormai atavico e, a livello ciclico, si ripete sempre: ci sono state anche in passato stagioni più o meno lunghe di crisi e di rincari.
Carburanti alle stelle, Codacons rilancia l’allarme
Tuttavia, quel che traspare in questa fase, è che il costo della vita, già di per sé provato da aumenti a tutto tondo in ogni settore, vede proprio nei rincari ‘automobilistici’ un parametro di allarme. A ricordare di nuovo tutto, laddove ci fosse bisogno visto e considerato l’evidenza dei fatti (basta dare un’occhiata ai prezzi dei carburanti ai distributori) ci pensa il Codacons.
Stando ai dati del Codacons, sulla base sui numeri forniti dal Mimit, attualmente un pieno di benzina costa, in media ben più di sette euro in aggiunta rispetto all’inizio dell’anno. Un rincaro enorme, pazzesco se ci pensiamo: e un allarme anche in prospettiva della ormai iniziata fase dei ponti, delle partenze, degli spostamenti di massa. Aumenti su aumenti che terrorizzano l’associazione dei consumatori e, evidentemente, i consumatori stessi.
Occhio ai prezzi, Codacons sottolinea i nuovi aumenti
Aumenti che si trovano a pesare ancora di più sulle tasche già provate dei cittadini italiani, specie in una fase dell’anno in cui, storicamente, le spese obbligatorie (tasse, imposte, ma non solo) si sommano a quelle vive e vedono proprio nel mantenimento delle auto da parte delle famiglie italiane uno dei fattori di maggior indice di impoverimento generale.
Sempre più persone si trovano di fronte alla necessità di scelte drastiche, come quella di ‘parcheggiare’ l’auto in modo quasi definitivo per optare per i mezzi pubblici o andare a piedi. Con la soglia dei due euro a litro più volte superata, anche il vincolo ‘psicologico’, come veniva chiamato mesi fa, è alle spalle.