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Bonus Patente va a ruba, ma c’è un problema: per i giudici è tutto da rifare I Sentenza clamorosa

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Incredibile, ma vero: un modo molto diffuso per sintetizzare lo stupore che si prova quando una notizia arriva a sorpresa scompaginando convinzioni e routine, prassi e convinzioni.

Succede spesso, in ogni ambito: qualcuno nota una anomalia, un aspetto che non quadra, un cavillo, una peculiarità, ed un modus operandi fino ad allora ‘rodato’, si blocca.

Per esempio, di recente, è accaduto nel mondo delle auto e in particolar modo per ciò che concerne il famoso tema del cosiddetto bonus patente: di che si tratta?

In pratica è una procedura che permette, a chi volesse, di accedere ad un contributo di supporto per l’ottenimento di tutta una serie di titoli di guida, così da potersi ‘avviare’ verso una professione e non.

Una procedura che è piaciuta a tutti, tanto da andare letteralmente a ruba con un sold out che ha fatto plaudire alla iniziativa del governo. Tuttavia c’è, o almeno ci sarebbe, un problema.

Bonus patente, ecco cosa è successo

Sollecitati ad esprimersi nel merito, i giudici hanno chiesto di rivedere il decreto: nella fattispecie stiamo parlando del responso del tribunale di Torino in riferimento al provvedimento relativo proprio al bonus patente. Avrebbero dunque chiesto al al governo e al ministro Salvini un cambiamento. Di che tipo? L’agevolazione andrebbe rivista su un aspetto particolare.

Secondo questa interpretazione del decreto ci sarebbe un requisito definito “discriminatorio” da parte dei giudici piemontesi relativo all’ottenimento dei vantaggi. Sarebbe emerso dopo  un ricorso nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte di un cittadino ecuadoriano che si è visto escluso dal provvedimento. Come mai? Lo chiariamo subito.

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Bonus patente, ecco cosa chiedono i giudici

Il bonus patente, partito dal 2021 col governo Draghi, avrebbe un’accezione discriminatoria. In effetti parrebbe che a richiedere il bonus possa essere, secondo il decreto, solo  i cittadini italiani ed europei tra i 18 e i 35 anni:  gli  extracomunitari no, non potrebbero accedere.

Così, si è rivolto all’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) presentando ricorso al MIT. E il tribunale di Torino gli ha dato ragione e lo scorso 20 Marzo, con una sentenza, hanno chiesto di rivedere questa parte del testo, considerata “illegittima e ingiustificata”. In questo senso la platea dei fruitori dovrebbe essere allargata anche ai beneficiari extracomunitari, e alla luce dell’enorme successo del bonus e del clamore che questo ricorso ha generato, si prospetta una ‘corsa’ al beneficio ancora più massiccia e, come dicono i giudici, legittima.