Nuovo Codice della Strada, altro stop: ora i Comuni non ci stanno e dicono di no: situazione in bilico, automobilisti in confusione totale
Il Codice della strada cambia oppure no? Le nuove regole di cui si sta parlando da parecchio tempo arrivano, o sono destinate a non applicarsi mai? I cittadini sono nel caos.
Di giorno in giorno, la zitella non si maritò: un vecchio proverbio, che raccontava l’incedere lento e inarrestabile del rimando, potrebbe essere applicato anche al fronte automobilistico.
Sono mesi che si parla del Nuovo Codice della Strada, eppure ancora oggi, malgrado si stia discutendo in Parlamento tra emendamenti e analisi, non si è arrivati a dama.
Tempi più lunghi di quelli preventivati, dubbi, riflessioni, analisi, e modi di pensarla diversamente che stanno complicando la vita a chi, poi, andando in strada, non sa che pesci prendere.
Si sta allargando il fronte dei no, degli scettici, delle opinioni discordanti per lo più intorno ad alcuni dei temi più caldi del momento, come quello delle città a 30 km, ad esempio.
Ecco il fronte dei no: ci sono anche questi Comuni
Ci sono da tempo cittadini, associazioni e anche esponenti politici o istituzioni che si sono schierati tutti insieme dalla parte opposta a quella del governo su alcuni concetti chiave del Codice della Strada che verrà: accanto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che mira ad applicare la regole dei 30 km orari id velocità in parte della sua comunità, ci sono ora altri cinque amministratori.
Cinque città del nord, tra Veneto e la Lombardia, che stanno premendo per quella che loro ritengono una priorità, ovvero la sicurezza di pedoni e ciclisti, e che secondo la loro interpretazione imporrebbe una rivisitazione del resto della riforma. In particolare si parla di città come Bergamo, Brescia, Verona e Vicenza e Padova: alcuni dei loro esponenti politici sono stati piuttosto chiari sul tema.
I Comuni dicono no: ecco la loro richiesta al governo
Questi Comuni hanno chiesto al Governo di ripensarci, soprattutto in ottica di quello che secondo la loro interpretazione potrebbe rappresentare un indebolimento della ‘convivenza’ tra vari utenti della strada, se non si intervenisse sul fronte della prevenzione delle primarie cause dei sinistri, vale a dire la velocità delle auto.
Per questi amministratori poi, la nuova linea del Codie limiterebbe le autonomie degli amministratori comunali nei casi in cui si prevede l’intervento del Ministero per atti relativi a pista ciclabili, ztl, aree pedonali e aree di sosta. Come finirà?