Truffa parcheggi auto: per non pagare il ticket adesso la lasciano proprio lì I Multe da 344 euro: stanno beccando tutti
Cosa c’è in comune tra le auto elettriche e il problema dei parcheggi che, da sempre – e oggi più che mai – attanagliano tutti gli automobilisti?
Semplice, a ben vedere: perchè se in questi ultimi tempi il problema dei parcheggi è diventato esageratamente complicato da risolversi è anche per via delle trasformazioni in corso nel settore.
Le auto elettriche rappresentano il presente ma soprattutto il futuro e, a ben vedere, sono il nostro biglietto da visita verso un domani sostenibile e ci si augura più salubre.
Eppure, anche loro, le auto elettriche, hanno il loro bel da fare per conquistarsi il loro spazio nel mondo e superare i primi grandi ostacoli strutturali.
Dalla durata della batteria e dei tempi di ricarica fino alla carenza, in alcune aree, dei centri in cui sono ubicate le colonnine e gli stalli di ricarica, riuscire a tenere il passo delle ‘tradizionali‘ a volte è dura.
Il problema dei parcheggi e la truffa delle elettriche
E’ vero che ci sono anche dei vantaggi: esenzioni, in molti casi, del bollo, e diritto a parcheggi differenti rispetto alle auto classiche, a volte. Ma di contro ci sono anche dei danni che le auto elettriche subiscono quando dei furbetti, truffatori dell’ultima ora, si ingegnano per aggirare il problema dei parcheggi simulando di essere alla guida di auto green, bisognose di ricarica. Ovvero?
Semplicemente, per evitare di pagare il ticket nelle strisce blu, che sono sempre più presenti nelle nostre città, molte persone, pur consce di frodare la legge e fregare cittadini che ne hanno invece un pieno e veritiero diritto, fingono di disporre di auto elettriche e si piazzano con le proprie, che invece sono termiche in tutto e per tutto, nei posti adibiti alla ricarica elettrica.
Truffa delle finte auto elettriche, ecco come fanno
Come fanno a riuscirci? In pratica, queste persone collocano la propria auto nei posti in cui si trovano le colonnine e dove, si sa, le auto in sosta debbono restarci del tempo abbondante per completare la ricarica. Per simulare una vera operazione di ricarica questi soggetti acquistano, a pochi euro, dei dispositivi, dei connettori finti e li collocano all’altezza del bocchettone della benzina.
In questo modo sembra che stiano davvero esercitando il diritto di ricaricare il proprio veicolo, dal momento che questi connettori sembrano proprio quelli delle colonnine. Ma non lo sono e, se beccati, questi soggetti si ritrovano con una multa che può arrivare a 344 euro.