Semaforo, ora se passi col rosso oltre alla multa rischi 1000 euro di penale extra I L’obbligo che nessuno conosce
Passare con il rosso al semaforo è senza dubbio una delle infrazioni peggiori, oltre che tra le più note e conosciute da chiunque, che si disponga di una patente di guida o meno. Tanto ovvio, quanto violato?
Il vincolo del semaforo è, senza alcun dubbio, uno dei più controversi e paradossali casi di disorientamento collettivo: si tratta a ben vedere della regola più nota a chiunque e la più dimenticata.
Più che amnesie o disattenzioni, però, delle volte è una mera questione di abitudini (sbagliate) e pessimi comportamenti sociali: le battute e le ironie sui semafori non rispettati si sprecano, tuttavia?
A rischio non è soltanto il portafogli, per via di multe da cui non si scappa ormai nemmeno pregando, vista la presenza di controlli video inappuntabili. Il problema è la sicurezza in quanto tale.
Il semaforo non nasce per costringere le persone a fermarsi agli incroci per una questione di sadismo: è semplicemente una delle regole omnie che disciplinano l’ordine viario e proteggono gli utenti.
Semaforo, ecco quando scatta la penale
L’alternanza dei colori indica l’alternanza dei diritti di superamento degli incroci, e violarlo significa violare un diritto altrui ma anche mettere gli altri, e sè stessi, a rischio di incidenti. E non solo. Come detto, il principale cruccio di tanti è il fatto di dover poi mettere mano al portafogli e pagare letteralmente dazio. Ma occhio perché non basta la ‘semplice’ multa. Ora si rischia anche una penale.
Una multa extra, per così dire, dell’ammontare clamoroso di mille euro. E’ questo un obbligo poco noto, che si verifica quando la multa viene comminata ‘a distanza’, non potendola contestare al momento. Se il cittadino proprietario dell’auto dovesse riferire di non esser stato lui al volante ma si rifiutasse, per sue ragioni, di comunicare i dati di chi conduceva il mezzo, rischia una ammenda di minimo 290 e di massimo 1166 euro.
Penale oltre alla multa, ecco quando e perchè
Quando la constatazione dell’atto dell’infrazione, ovvero il verbale, non viene fatto sul momento, il proprietario della macchina multata ha due mesi, sessanta giorni, per dichiarare le generalità di chi era al volante. Si tratta di un semplice atto con cui si forniscono i dati del responsabile a cui comminare la vera multa.
La dichiarazione può essere fornita tramite PEC, o con raccomandata tradizionale e con gli estremi dei documenti della persona responsabile. Scaduti i 60 giorni, però, se non si forniscono elementi, si tratta di una omissione che può costare caro, molto caro, al proprietario.