Codice della strada, 3600 euro di multa se guidi questa auto I Tutti sottovalutano il problema, poi piangono
Guidare è molte volte una vera e propria passione che si nutre fin da piccoli e che, malgrado poi diventi una necessità, perfino un obbligo, conserva quel tocco di magia ed emozione. Tuttavia?
A volte tra il dire e il fare c’è di mezzo un vero e proprio oceano di problemi, di difficoltà, di contingenze varie che impediscono ad una persona di poter entrare in possesso di un veicolo.
Magari, con il raggiungimento della maggiore età, si consegue la patente in modo regolare e si inizia a bramare di comprare un’auto: però, non ci si riesce. Mancano i soldi, manca la stabilità finanziaria.
Alcuni, anche avendo un lavoro solido e sicuro, per via delle spese quotidiane e di altre urgenze e priorità non riescono a comprarsi una vettura pur volendolo. E altri, invece, vi rinunciano.
Spesso ci si trova di fronte a delle scelte strategiche: per esempio, complice anche la crisi, in uno stesso nucleo familiare si guida un’auto condivisa. Intestata ad uno, ma guidata da tutti. Si può?
Guidare auto di altri, come funzionano le regole
Che cosa dice la legge circa il fatto di guidare o meno un veicolo di altre persone? Ebbene, in questo ambito va fatto un distinguo molto rilevante, cruciale, anzi. Dipende, infatti, da chi sta guidando. E non si tratta certo di alcuna forma di discriminazione o di preferenza: è, semplicemente, una delle regole cardine del codice della Strada. Di principio, guidare l’auto di altri si può. Ma a date condizioni.
Se si tratta di persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare, allora è chiaro che non vi sono limiti di sorta: purchè chi guidi abbia la patente, non importa se l’auto sia intestata alla moglie, al marito, a uno dei genitori o ai figli o ai nonni. Possiamo sempre guidarla: perchè esiste un vincolo di parentela.
Auto altrui, ecco le differenze
Se però si tratta di persone esterne alla cerchia familiare, cosa dicono le regole? Anche qui è ammesso guidare l’auto di altri: che si tratti di amici, conoscenti, colleghi di lavoro o altro. Ma cambiano le cose perchè vi è una condizione legata al tempo. Ovvero al periodo in cui possiamo guidarla.
Se si superano infatti i 30 giorni di fila dal momento in cui si è iniziato a guidare un veicolo altrui, allora abbiamo l’obbligo di dichiararlo e di inserire il nome della persona che sta guidando nei documenti ufficiali. Altrimenti, scatta una multa che può anche superare le 3600 euro.
Altro che scherzo: tutti o quasi sottovalutano il problema, ma poi arriva la multa: che parte da minimo 728 euro e arriva al tetto di 3636 euro.