Furti: non più catalizzatori, ora i nuovi obiettivi sono altri | Entri in macchina e la trovi vuota
Più che stare attenti alla marmitta da oggi dovremo guardare che non manchi nulla all’interno dell’abitacolo, stanno rubando solo quello.
In Italia si è registrata una escalation di furti senza precedenti in questi ultimi anni. Nulla di nuovo direte voi, ma i numeri fanno riflettere: vengono rubate oltre 89.000 auto all’anno (ossia 249 al giorno), il che ha segnato una crescita del fenomeno furti del 20% nel 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Viasat 2023.
A complicare le cose ci si mettono le nuove tecnologie, responsabili paradossalmente di un minore livello di sicurezza. È buffo, perché realmente le nuove tecnologie sono state studiate per aumentare la sicurezza, ma di fatto il loro abuso ha finito per essere penalizzante.
Insomma, è un po’ colpa loro se ci troviamo oggi ad avere auto molto più vulnerabili di un tempo. E soprattutto molto più care, fattore che non fa altro se non ingolosire maggiormente i malintenzionati.
Catalizzatore? È roba per ladri d’altri tempi
Che dovremmo fare allora? Dire che si stava meglio quando si stava peggio? La risposta a questa provocazione non è né sì né no. Infatti rispetto a qualche anno fa possiamo dire che sono cambiati radicalmente gli obiettivi. Questo non significa che il valore dei componenti rubati non fosse alto anche prima. Pensiamo al classico furto del catalizzatore. Fino a poco tempo fa sembrava il pezzo più gettonato, ma non è più così.
All’interno del catalizzatore sono presenti metalli preziosi estremamente rari, come palladio, rodio e platino, cosa che ne ha fatto per anni uno dei pezzi più rubati. Ma da qualche tempo a questa parte, complice la svalutazione di alcune terre rare e la comparsa di tecnologie di ultima generazione, il furto dei convertitori catalitici ha subito una battuta d’arresto. Oggi i ladri hanno cambiato i loro obiettivi, già, ma quali?
Ecco quali sono i pezzi più ambiti oggi
Come ben sappiamo, il veicolo in sé non è l’obiettivo principale, ma sono alcune delle sue parti specifiche che hanno un mercato (nero) molto effervescente. I componenti delle auto di oggi valgono molto di più di un inflazionato catalizzatore, che peraltro con la diffusione delle elettriche andrà scomparendo del tutto. Le officine americane JB Motor Works e Classic Car Maintenance svelano che tra i componenti di alto valore più rubati troviamo ruote e pneumatici, soprattutto le edizioni personalizzate e speciali. Ma anche i fari allo xeno e a LED sono presi di mira.
Un altro componente gettonatissimo è il paraurti: i moderni paraurti sono dotati di sensori e altri sistemi tecnologici che possono fruttare un buon gruzzoletto di migliaia di euro. Per non parlare del portellone posteriore dei pick-up, facile da rimuovere e anch’esso dotato di telecamere e altri dispositivi di assistenza. Ma il vero tesoro è all’interno delle auto. I ladri riescono a smontare interi sistemi di sicurezza come gli airbag che, essendo estremamente costosi, sono oggetti super ambiti sul mercato nero. Occhio poi ai van e alle monovolume, poiché occorre prestare particolare attenzione alla terza fila di sedili. Dato che sono rimovibili è molto facile farli sparire. Ultima, ma non per importanza la tecnologia. Gli schermi touchscreen sono tra i componenti più richiesti dai ladri, grazie alla facilità di rimozione e rivendibilità. Lo stesso vale per i navigatori GPS integrati nel sistema infotainment.