Truffa del cellulare: l’ultima trovata alla pompa di benzina | Non fai a tempo a capire cosa succede che sono già svaniti nel nulla
Le truffe sul carburante sembrano essere molto diffuse in questi ultimi tempi, complice una oscillazione sempre in salita del prezzo di diesel e benzina.
I prezzi sempre più in salita del carburante hanno obbligato un po’ tutti gli automobilisti a fare i salti mortali per poter continuare a circolare sui propri mezzi. Da alcuni calcoli sul consumo medio emerge che si arrivano a spendere anche 300 euro al mese solo di rifornimento.
La situazione non è facile per nessuno, né per chi è costretto a utilizzare la macchina tutti i giorni, né per i gestori che si trovano tra l’incudine e il martello dovendoci poi mettere loro la faccia a fronte di aumenti spropositati che solo in piccola parte dipendono da politiche commerciali del distributore.
Lo scenario si potrebbe definire senza riserve preoccupante. E con l’acuirsi del conflitto tra Israele e Palestina le cose potrebbero andare anche a peggiorare, con forti ripercussioni sulle quotazioni del Brent.
Pompe di benzina manomesse e automobilisti truffati
I prezzi ormai fuori controllo del carburante hanno innescato in questi ultimi mesi numerosi tentativi di truffa alle pompe di benzina. Da una parte abbiamo assistito alle frodi architettate in piena regola dai gestori furbetti che hanno in molte occasioni manomesso gli erogatori pur di racimolare un po’ di cresta a ogni pieno.
Dall’altra sono aumentati anche i fenomeni delle truffe ordite dagli automobilisti stessi a danno degli esercenti o di altri sprovveduti avventori della pompa di benzina. A tal proposito ricordiamo la truffa che sta dilagando negli Stati Uniti dove dei veri e propri delinquenti della pompa di benzina utilizzano sempre lo stesso copione: attendono che un automobilista finisca di fare benzina per sottrargli l’erogatore prima che questo possa azzerare il conteggio ed effettuare benzina gratis alle loro macchine.
La truffa del cellulare
L’ultima truffa in ordine di tempo è quella escogitata utilizzando le nuove tecnologie digitali. Di solito per mettere a segno questo loro colpo, i criminali approfittano delle ore di punta nelle stazioni di servizio e, con il solo aiuto di un cellulare, riescono a fare rifornimento gratis. Come? Il trucco in realtà è molto semplice. Approfittando del fatto che per importi minori di venga richiesto il numero di PIN, i malviventi simulano un finto pagamento con smartphone. Per farlo registrano previamente il suono emesso dal terminale quando si conferma una transazione.
La dinamica è più o meno questa: con molta disinvoltura i truffatori aspettano il momento buono in cui il commesso è distratto da varie attività, appoggiano lo smartphone sul dispositivo e riproducono il suono memorizzato. Siccome in quel momento il povero commesso non è attento alla transazione, si fida ciecamente del suono emesso che lo avvisa dell’avvenuto pagamento. Ma il suono è solo registrato, ossia riprodotto dal telefono. Solo più tardi, quando arriva un nuovo cliente, il commesso riesce a rendersi conto di ciò che è successo, ma dell’autore del reato non c’è già più traccia.