Auto elettriche: le batterie sono fatte per lo più di questo elemento, altro che litio | Sostenibilità totalmente compromessa
Una delle principali sfide che l’industria dell’auto elettrica deve superare per crescere del 35% quest’anno è la necessità di trovare elementi in grado di alimentare le gigafactory
La sfida della produzione di auto elettriche ha messo spalle al muro un po’ tutti i costruttori mondiali. Da subito sono apparse molto evidenti alcune criticità imposte dai nuovi processi di costruzione dei veicoli a zero emissioni. Tra queste c’è la sostenibilità ambientale.
Infatti, nonostante i veicoli a zero emissioni nascono con tutti i migliori propositi di abbattere le emissioni inquinanti e quelle di CO2, sono venuti subito a galla le problematiche collaterali a uno sviluppo di massa delle auto elettriche. Messa da parte l’impronta carbonica dobbiamo ora fare i conti con quella ambientale.
Insomma, la coperta è sempre un po’ troppo corta. Tiri da una parte per trovare una soluzione a un problema, te ne ritrovi con altri a cui magari non avevi dato tutta quella importanza. Per la fabbricazione delle batterie agli ioni di litio che ci aiuteranno nel lungo processo di decarbonizzazione, rischiamo di fare fuori le risorse del pianeta prima del previsto.
Non solo litio
A informare su questa preoccupazione ci sono molti studi di settore di esperti nel campo delle terre rare, che avvisano della scarsità di materie prime una volta che l’industria dei veicoli elettrici avrà il suo boom. La corsa al litio e ad altri minerali preziosi potrebbe diventare sempre più problematica e addirittura creare tutti i presupposti per futuri conflitti tra i Paesi estrattori, Cina in primis, la quale detiene la maggior parte di queste risorse sparse un po’ in giro per il mondo.
Se il litio è da anni sotto i riflettori come materiale fondamentale per le batterie delle auto elettriche, in realtà ce ne sono molti altri che vengono utilizzati in proporzioni ben maggiori che spesso passano in secondo piano. Nonostante ciò, il loro utilizzo massivo potrebbe creare non pochi problemi ambientali, vediamo perché.
La grafite: potremmo ritrovarci con un problema più grosso del litio
Per dare un’idea, ogni auto elettrica contiene in media 52 kg di grafite: una batteria agli ioni di litio può contenere 15 volte più grafite del litio e rappresenta circa il 25% del volume totale di una batteria. Il suo approvvigionamento è diventato imperativo in un momento di espansione dell’auto elettrica, soprattutto in Europa. Peccato che la Cina detiene in gran parte la sua produzione e si è riuscita negli anni ad affermare mettendo mano a quantità senza pari di miniere, dominando la catena di approvvigionamento mondiale. La grafite cinese rappresenta un’industria con un giro da 23 miliardi di dollari e costituisce il 95-99% del materiale anodico (l’elettrodo negativo) delle batterie agli ioni di litio, insomma è il materiale più abbondante in una batteria. Ma anche quello per cui l’Europa sta cercando una soluzione più drastica per affrancarsi dalla dipendenza cinese.
Oltre alla grafite, in una batteria troviamo l’alluminio, con quasi il 19% (ne servono circa 35 kg per batteria), il nichel con il 15,7% (circa 29 kg), il rame e l’acciaio. Quelle che chiamiamo terre rare, come il manganese, il cobalto e il litio costituiscono solo una quota minore. In futuro sarà sempre più necessario cercare di fare a meno della Cina, cosa che ha spinto paesi come gli Stati Uniti a sviluppare impianti di raffinazione della grafite, ad esempio il Graphex Group di Detroit. Ma questo processo è complesso, costoso e affronta sfide normative e ambientali enormi. Al di fuori della Cina, infatti, solo poche miniere producono quantità significative, con l’eccezione di Balama, in Mozambico. Per ridurre la dipendenza dalla Cina, senza disporre di sufficienti fonti di approvvigionamento, l’alternativa è farsi in casa la grafite sintetica, ma per produrla si parte dai combustibili fossili, una scelta non certo ecologica per auto che si definiscono tali.