Tesla: l’inchiesta si conclude | Il risultato è scioccante
Sono stati almeno 26 gli incidenti che hanno coinvolto le Tesla dotate di sistemi di Livello 2 e che hanno provocato vittime dal 1° agosto 2019 a metà luglio di quest’anno: a breve il responso della NHTSA.
I sistemi di assistenza alla guida e quelli più avanzati di guida autonoma di Tesla sono al momento al centro di una bufera da parte della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) – l’ente di sicurezza stradale americano – che ha impiegato 6 mesi prima di arrivare a un responso.
Saranno in tanti gli appassionati e fedelissimi del brand a seguire da vicino le vicende che coinvolgono tutte le magagne della casa di Elon Musk, motivo per cui non potevamo certo evitare di parlare della celebre inchiesta sulla affidabilità del sistema di pilota automatico che sta giungendo secondo la CNBC alla sua conclusione.
Questa funzione di guida autonoma finita nel mirino degli inquirenti è stata una delle prime a essere proposte sul mercato da Tesla, resa disponibile nella sua versione Autopilot (ossia guida autonoma di Livello 2) o come optional chiamato Full Driving System Beta (guida autonoma di Livello 3). La differenza tra le due versioni è che, mentre nella prima è necessario un intervento qua e là del conducente, nel secondo caso l’uomo “dovrebbe” solo monitorare la situazione.
Tieni sempre le mani sul volante
Detta così, tra le due opzioni non è molto chiaro quello che effettivamente conviene in termini di sicurezza. Perlomeno con il livello attuale di tecnologia. Già, infatti la domanda sorge spontanea: meglio un sistema di guida dove già in anticipo siamo chiamati prontamente a intervenire in caso di pericolo, o meglio un altro che dovrebbe evitare questo inconveniente, ma dove comunque un rischio di fare cilecca è sempre in agguato? Nel primo caso quantomeno sapremmo già con anticipo che è meglio stare ben vigili per vedere cosa sta combinando il pilota automatico.
Nel secondo caso forse ci sembrerebbe tutto troppo bello per essere vero e di conseguenza finiremmo inevitabilmente per abbassare la guardia. E proprio lì potrebbe succedere un disastro. Come il recentissimo caso dell’automobilista negli Stati Uniti che ha lasciato attivo il suo sistema Full Driving System Beta su una strada extraurbana simile a un’autostrada – classica situazione dove questo genere di guida autonoma dovrebbe garantire il massimo dell’affidabilità – e si è ritrovato a entrare a 97 km/h in una strada completamente allagata dalle alluvioni dei giorni precedenti. La sua Tesla ha deciso di ignorare il cartello di avviso.
Guida autonoma Tesla? Non fidarti, parola della NHTSA
Insomma, casi come questo, dove fortunatamente non si sono registrati morti o feriti, sono l’esempio di come ancora una volta siamo lontani da un concetto di guida autonoma definita tale. Poi, se a queste inefficienze del sistema, aggiungiamo la distrazione del conducente, il mix è letale. Questo ultimo episodio che ha coinvolto il sistema di guida autonoma di Tesla è solo la punta di un iceberg. Negli ultimi anni infatti sono stati numerosi gli incidenti, tanto da spingere la National Highway Traffic Safety Administration ad aprire un’indagine durata lungo tempo.
Nonostante Musk vada affermando su Twitter che “la maggior parte delle persone sulla Terra non ha idea che le auto possano guidarsi da sole” e fa spesso intendere che le Tesla siano del tutto autonome, secondo il responso della NHTSA non è affatto così. L’amministratore della NHTSA Ann Carlson ha commentato con Reuters che l’indagine è al punto di concludersi. La Carlson ha indirettamente anticipato il responso incoraggiando gli automobilisti a prestare molta attenzione alle funzionalità come il pilota automatico, senza fidarsi ciecamente di questa tecnologia. Come sollecitato dall’ente americano di sicurezza, Tesla ha già effettuato richiami volontari delle sue auto e ha promesso di fornire aggiornamenti del software anche da remoto.