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Ecco come Google Maps e Waze sanno già che ti metterai in un ingorgo | Previsione sui tempi accurata al 97%

App di Waze – giornalemotori.it (foto iStock)

I sistemi che utilizzano questi due navigatori non sbagliano mai. Se ti consigliano strade alternative dagli retta

Gli strumenti di navigazione satellitare che siamo abituati a utilizzare sono preziosi in svariate situazioni. Soluzioni come Google Maps o Waze hanno radicalmente cambiato il nostro rapporto con la strada e in un certo senso anche con la nostra macchina.

Il potere che oggi abbiamo tra le mani grazie al semplice utilizzo di queste applicazioni è straordinario. Non solo ci aiutano ad arrivare a destinazione praticamente in qualunque parte del mondo ci troviamo, ma si rivelano utilissime anche per evitare gravi seccature, come ingorghi e traffico.

I GPS integrati con i sistemi di infotainment delle auto invece, a meno che non siano in diretta connessione con sistemi satellitari aggiornati in tempo reale, non hanno la funzione di monitorare il traffico per eventualmente indicarci in tempo reale un’alternativa.

Meglio impostare sempre il navigatore aggiornato in tempo reale

I GPS di una volta – come il buon vecchio TomTom – che per anni è stato il precursore degli odierni strumenti di navigazione satellitare, compiono perfettamente il loro lavoro senza sbagliare di una virgola. Ma hanno un grande difetto: non essendo aggiornati ‘real time’, ci potrebbero fare perdere una marea di tempo prezioso che invece è proprio quello che cerchiamo di evitare impostando il navigatore per individuare la strada più breve.

Ciò può accadere se ad esempio ci troviamo a percorrere una strada segnalata dal GPS, ma congestionata di auto. Ecco perché i sistemi come Google Maps e Waze sono più validi, perché offrono in tempo reale un quadro della situazione e in base all’analisi delle mappe, suggeriscono le alternative più valide. Motivo per cui bisognerebbe sempre impostare il navigatore, anche se già conosciamo la strada, soprattutto se ci muoviamo in grandi città dove il traffico è imprevedibile e non sappiamo cosa ci aspetta.

Se attivissimo sempre il navigatore potremmo evitare situazioni del genere – giornalemotori.it (foto iStock)

Come fanno a sapere che rimarremo bloccati nel traffico?

In realtà le informazioni sul traffico sono molto prevedibili. Google Maps in effetti funziona proprio così. Quanti di noi si saranno chiesti come fa questa app a rilevare la presenza di un ingorgo. Il navigatore di Google si basa sull’analisi dei modelli storici di traffico sulle strade, studiando a fondo gli ingorghi abituali e la velocità media per fasce orarie, e confrontando questi dati con le condizioni del traffico in tempo reale. Un tempo Google Maps si serviva solo dei radar per effettuare le misurazioni, ma ora utilizza tecniche di apprendimento automatico per generare previsioni che hanno portato a un aumento del 97% dell’accuratezza sull’orario di arrivo a destinazione.

Fondamentale in questo senso si rivela la collaborazione con DeepMind, un laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale che sta consentendo anche allo sviluppo di Waze di fare passi da gigante. Anche questa app è stata acquisita da Google, quindi fanno parte della stessa grande famiglia. Rispetto a Maps, Waze è basata sulla collaborazione della comunità di utenti, è cioè alimentata da informazioni in tempo reale condivise dagli stessi utilizzatori, i quali segnalano di tutto, dal traffico agli ingorghi, agli autovelox. I dati sulla mappa di Waze sono in costante evoluzione proprio a seconda dei feedback che il sistema riceve dagli utenti. Per esempio ci può segnalare un veicolo bloccato sulla strada, quando arriveremo all’altezza del mezzo ci chiederà: “È ancora lì”? E grazie alle informazioni fornite dagli stessi automobilisti genera percorsi più efficienti. Per certi versi è migliore di Google Maps.