Pedoni distratti da smartphone: arriva la soluzione per attraversare in sicurezza la strada
È in fase sperimentale un innovativo sistema che permette ai pedoni di attraversare la strada senza più il rischio di venire investiti
Pensate che risale a esattamente 127 anni fa la prima vittima mortale per un incidente che ha coinvolto un pedone e una macchina. Successe il 17 agosto del del 1896 a Londra. Bridget Driscoll si stava recando a un evento della Lega cattolica della Croce, centrata in pieno da una delle prime vetture circolanti all’epoca – che si soprannominavano “carrozze senza cavallo”, la povera signora morì sul colpo.
Le automobili con motore a combustione erano giusto nate qualche anno prima grazie all’introduzione della famosa Benz Patent-Motorwagen, che apparve nel 1886 tra un’ondata di scetticismo ma al contempo di grande sorpresa.
Quel fatidico giorno di agosto, Bridget Driscoll, britannica di 44 anni, fu investita, cadde a terra e nella caduta batté violentemente la testa, rimanendoci secca all’istante. Da allora si iniziò a porre un’attenzione maggiore sia al tema della sicurezza dei pedoni, sia a quello della responsabilità dei conducenti.
Il costo fatale di una distrazione
Il triste evento della signora Driscoll ci ricorda ancora oggi un’altra cosa altrettanto triste: cioè che pedoni e automobili sono stati, sono attualmente, e saranno sempre in conflitto tra loro. Certo, all’epoca si può dire che non esistevano i sistemi di sicurezza a cui siamo abituati oggi, ma la cosa che accomuna questa vicenda a molti degli incidenti che avvengono anche oggi tra pedoni e automobili è la distrazione di chi attraversa la strada.
A bordo della “carrozza senza cavalli” si trovava il signor Arthur James Edsall, il quale stava viaggiando solo alla velocità di 16 km/h, ma si trovò improvvisamente Bridget e le sue due compagne in mezzo alla strada e, nonostante la velocità irrisoria, non ci fu niente da fare per evitare la collisione. Gridò più volte ai pedoni distratti di togliersi di mezzo, mentre suonava un campanello, che all’epoca fungeva da segnale di prossimità (i clacson vennero solo dopo), ma la 44enne non riuscì ad allontanarsi in tempo, forse perché troppo distratta. Già all’epoca il caso finì in tribunale, il quale stabilì che la morte di Bridget era stata accidentale e imprevedibile. Lo stesso medico legale incaricato di esaminare il corpo di Bridget disse che qualcosa di simile a ciò che era successo a quella donna non sarebbe mai più accaduto.
La nuova soluzione ‘anti-distratto’
Non sarebbe accaduto almeno prima dell’avvento dello smartphone, avrebbe dovuto aggiungere il medico legale. Si dà il caso infatti che sono in aumento i pedoni investiti sugli attraversamenti o fuori da essi perché distratti dall’utilizzo del cellulare. La regola che limita l’uso dello smartphone in macchina è in qualche modo estendibile anche al pedone, il quale se distratto, potrebbe essere giudicato colpevole di un atteggiamento imprudente e condannato, come già sancito da qualche sentenza della Corte di Cassazione. Quindi attenzione, il pedone non ha sempre ragione, un po’ come il cliente.
Ma è in arrivo una nuova tecnologia che ci ricorderà quando attraversiamo le strisce dimenticandoci di guardare il colore del semaforo. Questo nuovo dispositivo ha anch’esso le tre icone stilizzate dell’omino con i classici colori verde, giallo e rosso, ma oltre a questo proietta un fascio luminoso rosso sull’asfalto, proprio sopra la prima riga delle strisce pedonali. Questa luce intensa va scomparendo quando il semaforo diventa verde e il passaggio è consentito. Due di questi nuovi impianti sperimentali, ideati dal Comune di Padova, sono stati installati presso Prato della Valle, precisamente davanti all’ex Foro Boario. La proiezione di questa luce rossa a terra – che è più o meno il punto dove guardano i distratti – serve da allarme visivo per i pedoni che iniziano ad attraversare con il semaforo rosso, e dovrebbe aiutarli a ricordarsi della distrazione e percepire meglio il pericolo di guardare il telefono mentre si attraversa la strada.