Superbollo, iniziano i guai con le Fiamme Gialle | Automobilisti a rischio con questi modelli
Se la tua auto supera i 185 kW è considerata di default un’auto di lusso. Spera di essere in regola, altrimenti in certi casi si va anche nel penale
Tanti di noi forse non dovranno nemmeno preoccuparsi, ma per molti altri la situazione potrebbe mettersi male. All’appello della Guardia di Finanza dovranno rispondere gli automobilisti titolari di un’auto che supera i 185 kW di potenza.
Come sappiamo questa è la famosa soglia da cui inizia a scattare il pagamento del superbollo, la tassa automobilistica di proprietà per l’intestazione di un veicolo di alta gamma che supera i 250 cavalli.
L’introduzione del superbollo si deve a una manovra fiscale operata dal Governo Berlusconi nella lontana estate del 2011. Un fardello che ci portiamo sul groppone ancora oggi e che ha generato un mucchio di entrate per le casse dello stato attraverso la macchina di riscossione infallibile in mano alle regioni.
Il superbollo, una mazzata che ha sconquassato l’intero mercato
Ultimamente sembrava che questa tassa, almeno per i veicoli diesel, fosse destinata a sparire, ma all’orizzonte non c’è ancora nulla di chiaro. Quel che invece è certo è che il superbollo – il quale di fatto negli anni è piaciuto un po’ a tutti i governi – si paga 20 euro a kilowatt non appena la macchina supera la soglia dei 185 kW. Il che porta ovviamente l’importo totale a essere una vera e propria fucilata. In moltissimi casi si può parlare anche di migliaia di euro. Il tutto per essere possessori di un’auto potente.
Tanto è vero che in questi ultimi 12 anni dall’entrata in vigore del superbollo, il mercato italiano dell’auto si è fortemente sottodimensionato, facendo scomparire praticamente il segmento delle berline o dei grandi fuoristrada con motore 3.0 litri V6. Un vero peccato per gli appassionati di auto, che avrebbero desiderato un usato a buon prezzo, ma alla fine hanno desistito dopo essersi fatti due conti in tasca. Il superbollo quindi continua a colpire direttamente o indirettamente soprattutto quel segmento medio-alto di auto usate che ormai nessuno vuole e che si trovano infatti a prezzi stracciati.
Iniziano i controlli del fisco
In realtà è giusto ricordare che Mario Monti introdusse un principio di scalabilità, grazie al quale dopo cinque anni il superbollo si riduce del 60%, dopo dieci anni del 30% e poi dopo quindici anni del 15%. E infine – proprio prima di rottamare l’auto – cioè dopo i 20 anni dalla data di immatricolazione, si estingue del tutto. Una magra consolazione. Ora, come mai si torna a parlare di superbollo? Il tema è che stanno partendo controlli a tappeto del Fisco sui possessori di auto di grossa cilindrata. Anche possedere un’auto d’epoca di valore significativo potrebbe attirare parecchio l’attenzione, anche se l’abbiamo ereditata.
Le Fiamme Gialle stanno mettendo in pista una mega operazione di verifica della capacità economica di ogni proprietario e se il possesso dell’auto possa ritenersi congruente con il reddito dichiarato. Grazie agli strumenti di controllo incrociato, il Fisco può rilevare discrepanze, e qui saltano tutti gli altarini. Infatti, in caso di omissioni nella dichiarazione dei redditi, la gravità del reato può portare addirittura a configurare un reato penale, con reclusione fino a tre anni, soprattutto se riguarda redditi superiori a 50.000 euro. Questa somma è spesso maggiore del valore di molte auto d’epoca, motivo per cui i proprietari di queste auto dovrebbero fare attenzione e garantire la congruità delle loro dichiarazioni. I controlli fiscali si prevedono quando la differenza tra reddito e spese sostenute sono maggiori del 20% per due anni successivi all’imposta.