Non puoi circolare così, se ti fermano e non trovano il tuo nome sei rovinato
La documentazione dell’auto è fondamentale per individuare il titolare del veicolo e attribuire eventuali responsabilità. Non sempre però proprietario e conducente coincidono, lì iniziano i guai
A tutti noi è capitato di guidare una vettura non intestata. Si tratta di una pratica abituale, soprattutto in famiglia, quando uno dei membri del nucleo familiare richiede a un altro in prestito l’uso dell’auto. E fin qui è un fenomeno che rientra nella normale amministrazione.
Già quando iniziamo a prestare il nostro veicolo ad amici la situazione si complica, anche a livello legale, prima di tutto perché non possiamo mai fidarci ciecamente di quello che può succedere in nostra assenza su un’auto che riporta il nostro nome sul libretto di circolazione.
Si tratta sempre di una presa di responsabilità importante che potrebbe in molti casi riservarci anche brutte sorprese. Qualsiasi tipo di violazione commessa sarà poi responsabilità del titolare dell’auto, il quale nei casi più gravi potrebbe vedersi sottratti anche diversi punti senza aver commesso nessuna violazione.
Sul titolare ricade ogni responsabilità
In tempi di ‘autovelox & company’, di estati all’insegna di Safety Tutor su buona parte della rete autostradale, prestare la propria auto è quasi ormai diventato un atto di fede. Dovremo proprio fidarci a occhi chiusi di chi sta guidando il nostro veicolo per non andare a letto ogni notte con il patema d’animo. “L’avrò presa? Dovrò aspettarmi qualche brutta letterina verde nella casella della posta?” Beh, in effetti l’unica cosa certa è che il verbale arriva sempre all’intestatario dell’auto. Su questo possiamo stare più che sicuri.
Poi vai a dimostrare di non essere stato tu a compiere l’infrazione, ma qualcuno che era al posto tuo alla guida in quel momento. Se riusciamo a risalire al motivo di quell’infrazione individuando il vero responsabile dovremmo comunicare alle autorità con estrema sollecitudine che alla guida quel giorno si trovava un’altra persona. In questo modo non rischiamo che la polizia se la prenda con la persona sbagliata decurtando punti dalla patente di chi non era nemmeno al volante.
Usare l’auto intestata a un prestanome: giro di vite delle autorità
Come si può notare, è molto comodo per chi utilizza un’auto non sua fare il bello e il cattivo tempo, tanto poi le sanzioni e le rogne varie se le sbriga il titolare. Sempre che questi abbia qualcosa da perdere, come punti patente, quattrini e altri beni materiali. Infatti, rimanendo in tema intestatario, è doveroso segnalare un altro fenomeno piuttosto preoccupante che sta dilagando negli ultimi tempi: quello dei prestanome, gente cioè nullatenente a cui per pochi euro vengono intestati i veicoli dei malviventi. Il meccanismo dietro alla logica dei prestanome è piuttosto semplice quanto diabolico, tanto che lo Stato sta cercando di arginare questa piaga attraverso la collaborazione con l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) al fine di combattere l’uso di veicoli intestati in modo fittizio con l’unico e solo obiettivo di commettere reati (tra cui anche evitare di pagare il bollo).
Grazie alla collaborazione con la Procura di Milano e l’Ufficio Intestazioni Fittizie dei Carabinieri, l’IVASS ha appena emesso una circolare diretta a tutte le compagnie assicurative per analizzare i veicoli con documenti non validi. In questa informativa, l’Istituto di Vigilanza richiede maggiori dati alle compagnie sulle irregolarità e sulle azioni prese contro presunti intermediari coinvolti in giri piuttosto loschi. La circolare emessa dall’IVASS è arrivata a seguito di numerose segnalazioni da parte delle Forze dell’Ordine su contratti assicurativi RC auto con documentazione non valida o altamente sospetta. Il fenomeno dei prestanome sta prendendo una piega preoccupante: si pensi solo che le Forze dell’Ordine sino a oggi sono riuscite a individuare circa 43.000 veicoli intestati a 300 tra persone fisiche e società diverse, ma si teme che in circolazione ce ne siano il doppio.