Biocarburanti, ma è vero che sono la scelta migliore? La verità non è come sembra
Il tema dei biocarburanti in Italia spacca l’opinione pubblica: potrebbero non essere la scelta migliore per l’ambiente.
In Italia, il Governo di Giorgia Meloni vuole equiparare i biocarburanti ai carburanti climaticamente neutri. Ma diversi esperti si chiedono se la sostenibilità dei biocarburanti sia effettiva o solo di forma.
I biocarburanti, infatti, vengono visti come l’alternativa perfetta e sostenibile ai combustibili fossili. In realtà, come vedremo tra poco, ci sono diversi aspetti che rendono questa visione sbagliata.
Un nuovo report di Legambiente, pubblicato da poco, fa infatti emergere dei dati preoccupanti che fanno rivalutare l’impatto sull’ambiente dei biocarburanti.
Ecco i dettagli dello studio di Legambiente.
Biocarburante in Italia, quali tipologie vengono usate?
Lo studio di Legambiente ha sottolineato i biocarburanti più utilizzati nel nostro paese. Facendo riferimento al 2021, sul totale di 1.552 kTep (tonnellata equivalente di petrolio), 214 sono i biocarburanti a singolo conteggio da colture dedicate, in gran parte alimentari. Alcune di queste, come l’olio di palma, sarebbero il problema.
Tra i biocarburanti più utilizzati troviamo poi gli oli di cottura usati, con 464 mila tonnellate, che dominano la classifica. Al secondo posto si trovano invece gli oli e i grassi animali. Seguono gli oli di palma. La Commissione Europea ha eseguito un’analisi di questo contesto, rilevando che le emissioni totali di CO2 per l’olio di palma sono in media il triplo di quelle del gasolio, doppie per l’olio di soia. Insomma, i biocarburanti non sarebbero così sostenibili come si sostiene.
Biocarburante, una scelta ecologica… che ha poco di ecologico
Da quanto emerge dallo studio di Legambiente, quindi, i biocarburanti avrebbero ben poco di bio. Dai dati, infatti, si rileva che oltre l’80% del biodiesel (75% dei biocarburanti) deriva da prodotti come olio di palma: contribuirebbero, quindi, al grave fenomeno della deforestazione. Inoltre, costando di più, i biocarburanti rappresenterebbero una grave frode nei confronti dei cittadini, convinti di stare usando una miscela sostenibile nei confronti nell’ambiente quando, invece, sarebbe tutto il contrario.
Tra l’altro, solo una piccola parte di questi biocarburanti risulterebbe dalla produzione italiana. Usando come esempio gli oli di cottura, sarebbero soltanto 40mila le tonnellate derivanti dall’Italia, mentre sono 410 quelle provenienti dal Sud-Est asiatico, trasformati poi in biodiesel da Spagna, Bulgaria e altri paesi. Lo studio ha anche analizzato le emissioni derivanti dalla sostituzione sui mercati degli alimenti per animali e nella cosmesi. Le emissioni di Co2 sarebbero, in questo caso, 1,7 volte peggiori rispetto al diesel convenzionale. Sono dati che fanno rivalutare la presunta sostenibilità ambientale dei biocarburanti, e di cui il Governo dovrebbe tenere conto.