Ecobonus, questa è la volta buona | Auto ancora più convenienti con la nuova legge
Gli incentivi nel nostro Paese servono a poco perché risultano insufficienti a coprire nemmeno una minima parte dell’acquisto di una nuova auto. Si è voluto prendere il toro per le corna
La vendita di nuove auto nel nostro Paese sta tornando a segnare una leggera crescita dopo mesi in cui il mercato, soprattutto quello delle elettriche, ha subito importanti battute d’arresto.
Le risorse stanziate dal Governo per alimentare la domanda si sono rivelate del tutto inadeguate a fronte del costo esorbitante di alcuni dei segmenti, tanto da lasciare praticamente intonsi i fondi destinati alle full electric, di cui rimangono ancora 145 milioni dei 190 stanziati a inizio anno, e alle ibride plug-in, per i quali sono disponibili 209 dei 235 milioni di euro previsti in origine.
Per l’altro segmento invece, quello compreso nella fascia 61-135 grammi di CO2, i fondi a disposizione si sono esauriti praticamente subito, non permettendo più la vendita di auto termiche di nuova generazione con lo sconto statale. La risposta a questo squilibrio nell’allocazione dei fondi ha rinviato per molti italiani la decisione di cambiare auto usufruendo della rottamazione.
Incentivi poco utilizzati
Infatti, dei famosi 610 milioni destinati agli Ecobonus, ne risultano utilizzati solo al 20% nelle auto elettriche e per meno del 10% nelle ibride plug-in. Tipologie di auto ancora troppo care rispetto alle tasche dell’automobilista medio, il quale con 5.000 euro può davvero combinare ben poco, dal momento che un veicolo a emissioni zero costa in media poco più di 30.000 euro, per un modello di segmento medio basso, si intende.
Questa scarsa convenienza nel passaggio a un’auto nuova ha causato quello che proprio si voleva evitare: lasciare per strada un parco auto vecchio e inquinante, dove il 25% dei veicoli, pari a 11 milioni di auto, sono ancora Euro 0-1-2-3, e un’altro 25% Euro 4. Insomma, almeno la metà dei veicoli circolanti ha una età media di 12-13 anni.
La mossa per abbattere il prezzo
Data la situazione, il Governo sta considerando quindi di attuare un cambiamento significativo nelle politiche di incentivi per quel che rimane del 2023. Siccome attualmente i fondi stanziati sono un po’ sbilanciati, con alcune categorie di veicoli che hanno esaurito il bonus, mentre per altre gli incentivi rimangono inutilizzati, l’esecutivo è corso ai ripari. Una delle cause che ancora non consentono un abbattimento importante dei prezzi è la carenza di produttività negli stabilimenti italiani, capaci al momento di sfornare 473.194 automobili, a fronte di circa 1,4 milioni di immatricolazioni. Con questi numeri l’Italia si colloca all’ottavo posto come produttore dopo Romania e Regno Unito.
Se la mossa degli ecobonus è risultata di scarso impatto, si sta allora prendendo in considerazione la possibilità di incentivare a monte la produzione di auto nel Paese per ridurre la dipendenza dai produttori stranieri, a quali andrebbero ben 4.000 dei 5.000 euro messi a disposizione per l’incentivo su ogni auto elettrica. Con Stellantis già si sono presi accordi in tal senso per aumentare la produzione di auto in Italia. In generale si prevede che entro il 30 agosto saranno riviste le distribuzioni dei fondi del Pnrr e Repower EU, allo scopo di sostenere l’industria automobilistica nostrana e favorire di conseguenza anche gli automobilisti.