Assicurazione auto cointestata, un’arma a doppio taglio | Se non conosci questa legge rischi di pagare di più
Questa soluzione potrebbe convenire solo in un caso, mentre nell’altro sicuramente non è la soluzione ideale, a meno che non si vogliano condividere responsabilità e spese di gestione
La RC auto è una di quelle spese che più influiscono sulla gestione finanziaria di un veicolo. Negli ultimi anni i premi assicurativi hanno toccato quote record, segnando aumenti anche del 25% in alcune regioni del Paese.
Un Paese che fa di tutto per mettere i bastoni tra le ruote ai suoi automobilisti, come suggerisce una ricerca dell’Ania – l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici – che ha fornito i dati sul costo medio in Italia delle polizze assicurative e sul loro distanziamento rispetto agli altri Paesi europei.
In realtà dobbiamo ammettere che, pur rimanendo sopra la media europea, la differenza dei premi tra gli automobilisti italiani e quelli europei si è ridotta col passare degli anni. “Mal comune, mezzo gaudio”, anche se sul fronte rincari (nazionali), il premio medio della polizza RC auto in Italia è invece in costante aumento dal 2013 a oggi.
Il prezzo della RC auto in Italia
Per farci un’idea della spesa, la ricerca ha evidenziato che gli automobilisti italiani pagano in media 385 euro all’anno per assicurare il proprio veicolo. Una spesa leggermente al di sopra del premio medio europeo, che si attesta invece sui 323 euro. Ma c’è anche chi va peggio di noi. Se l’Italia si posiziona al di sopra di Spagna (176 euro) e Germania (261 euro), si colloca invece al di sotto di Regno Unito (426 euro) e Francia (428 euro).
Data l’estrema variabilità tra regioni in Italia, occorre ricordare che si tratta di un prezzo medio, pertanto la variazione dei premi RC auto tra le regioni risulta spesso significativa, ed è influenzata da numerose variabili, tra cui il tasso di rischio associato alla circolazione stradale e il numero di incidenti e risarcimenti danni. In alcune regioni, come la Campania ad esempio, l’assicurazione RC auto può costare anche il doppio rispetto ad altre regioni d’Italia a causa di una più marcata perdita di redditività delle società di assicurazione.
Cointestazione: può essere conveniente, ma è alquanto scivolosa
Per gli automobilisti che si trovano loro malgrado a dover sostenere premi assicurativi particolarmente onerosi, esistono alcune formule per risparmiare. Una di queste è quella di contestare l’assicurazione. Ma come vedremo, questa soluzione comporta un reale risparmio solo se si danno i presupposti per avvalersi di una speciale condizione, altrimenti potrebbe essere addirittura sconveniente. Nel caso di cointestazione dell’assicurazione auto infatti, di default il premio viene calcolato sulla base del contraente con la classe di merito più sfavorevole, proprio per evitare che sia utilizzata come ‘escamotage’ per ottenere un premio più conveniente.
Ma la cointestazione si utilizza spesso per beneficiare del famoso ‘decreto Bersani’, il quale permette di ottenere la stessa classe di merito di un veicolo già assicurato nel nucleo familiare convivente. Per usufruire di questo vantaggio però i cointestatari devono appartenere allo stesso stato di famiglia e vivere sotto lo stesso tetto. Facciamo un esempio pratico: cointestare lo stesso veicolo di famiglia tra padre e figlio è la soluzione ideale per poter ereditare la classe di merito del genitore, in modo che il figlio non si vedrà quindi assegnare una classe di merito molto più alta, pagando un vero sproposito. Qualora uno dei cointestatari lasciasse il nucleo familiare, perderebbe i benefici e dovrebbe ripartire dall’ultima classe di merito. Ma niente paura, anche a questo c’è una soluzione: è possibile infatti conservare la classe di merito ottenuta se l’altro proprietario è disposto a cedere la propria mediante una dichiarazione scritta.