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La strategia di Tesla per evitare i reclami | Rivelato segreto shock che farebbe scappare qualsiasi cliente

Centro assistenza Tesla a Dortmund – giornalemotori.it (foto iStock)

Dicono di andarci piano con Tesla perché ha dimostrato con i suoi numeri di saperci fare. Certo, ma è anche vero che la notizia confermata da Reuters è preoccupante

Tesla è uno dei fenomeni attuali nel panorama automotive. È indiscutibile. Bisogna riconoscere a Elon Musk di aver creato un brand dalla reputazione piuttosto solida nel segmento delle elettriche, e in effetti si dimostra uno dei marchi più apprezzati dal pubblico.

L’apprezzamento però dovrebbe essere anche misurato, non solo ‘percepito’. Infatti, dalla teoria alla pratica le cose potrebbero cambiare, e di molto.

Anche in Italia comunque il marchio automobilistico è cresciuto a due cifre quest’anno, tanto da prospettare anche di aprire una delle sue gigafactory proprio qui in Italia, e scartando invece l’altra possibile location designata: la Spagna.

Percezione del brand: marketing VS vita reale

Il che ci onora, ma dovremmo tenere sempre in considerazione che il brand si è costruito un impero a suon di innovazioni che sanno molto di ‘esclusivo’ ma che alla fine dei conti rivelano anche il loro lato oscuro, ossia la scarsa qualità dei componenti e degli assemblaggi. Non so voi, ma io personalmente non mi comprerei un’auto che ha sempre una miriade di problemi. Anche se – in generale per tutti marchi – il brand affascina sempre molto più di quello che poi si rivela realmente.

Ora, se si trattasse solo di pezzi da sostituire, come uno specchietto difettoso o un faro che fa contatto, è un conto. Ma qui il problema è ben altro, ed è legato soprattutto alla sicurezza. Chi di noi salirebbe su auto che rischiano da un momento all’altro l’autocombustione se il software non viene aggiornato, auto a cui si stacca il volante, si spezza il pedale dell’acceleratore perché fatto di plastica, che vanno in tilt quando l’Autopilot si impalla, che rimangono accelerate senza premere sul pedale. Potremmo andare avanti, ma non menzioniamo altro. Fatto sta che questi sono tutti difetti riportati e documentati con foto dai clienti.

Una Model S in ricarica – giornalemotori.it (foto The Star)

Un altro segreto che viene a galla

Insomma, detta così fa un po’ paura. In ogni caso i clienti Tesla sembrano non mancare mai, anzi crescono. Pensate che il nuovo Cybertruck, quel pick-up avveniristico che a breve farà la sua prima uscita in concessionario, ha avuto qualcosa come 2 milioni di ordini. Potrebbe costare dai 40 ai 60.000 dollari e ha una coda di acquirenti che cresce ogni giorno. Bisogna riconoscere che è molto innovativo, perlomeno esteticamente, tanto che sembra uscito da Blade Runner. Ma il CEO di Ford è già stato molto secco e spiritoso nel commentare che “non è roba per gente normale”, perché solo chi lavora nella Silicon Valley se lo comprerebbe.

Gusti a parte, speriamo che almeno il Cybertruck sia fatto un po’ meglio degli altri modelli della gamma. Infatti i clienti non fanno altro che lamentarsi di come siano peggiorate le cose. Si lamentano così tanto che Musk ha dovuto istituire addirittura una ‘task force’ interna all’azienda per zittire i reclami. Proprio così. L’obiettivo era quello di minimizzare il più possibile le rimostranze dei clienti insoddisfatti per i problemi legati all’autonomia. La Reuters riporta che questo gruppo, istituito in gran segreto, e chiamato “Diversion Team”, avrebbe avuto il compito di annullare il maggior numero possibile di appuntamenti legati a problemi con la batteria, nascondendo di fatto l’amara verità, e portando l’azienda a risparmiare cifre considerevoli, se pensiamo che una batteria nuova costa anche una decina di migliaia di euro.