Secondo i dati della NHTSA, sono stati 21 i casi di collisioni con esito mortale che hanno coinvolto veicoli Tesla dotati dei sistemi di assistenza alla guida, numeri preoccupanti
Nonostante Tesla sia riuscita a piazzare la Model Y in cima alle classifiche di vendita di tutto il mondo (Europa e Italia comprese), i problemi per la casa di Elon Musk continuano a scuotere l’opinione pubblica.
Quello dei roghi sembra ormai acqua passata, anche se a conti fatti si è dimostrato solo la punta dell’iceberg. E in effetti la NHTSA americana iniziò subito a mettere in allerta i consumatori di qualche possibile malfunzionamento che provocava quegli incendi.
Secondo i dati riportati, gli episodi che hanno coinvolto le Tesla di tutti i modelli in roghi sono stati finora 198, con una sessantina di vittime accertate. Sulla base dei numeri a disposizione, la difesa della casa automobilistica è riuscita sempre a dimostrare che le Tesla prendono fuoco allo stesso modo e con la stessa frequenza degli altri modelli a motore termico.
Roghi spontanei a parte, l’azienda di Musk è rimasta però sotto stretta sorveglianza da parte della National Highway Traffic and Safety Administration (NHTSA) che ha di recente invitato Tesla ad apportare nuovi documenti nell’ambito di un’indagine sulla sicurezza del suo sistema di guida autonoma Autopilot, pena multe salate.
La situazione sembra da risolvere con una certa sollecitudine, perché se Tesla non fornirà all’agenzia federale informazioni veritiere e convincenti sulla sicurezza dei suoi sistemi avanzati di assistenza alla guida, rischia sanzioni fino a 26.315 dollari al giorno, con un massimo di 131 milioni di dollari per una serie correlata di violazioni.
L’agenzia americana si è vista costretta ad avviare un’indagine sulla sicurezza dell’Autopilot nel 2021 dopo aver individuato una serie di incidenti che hanno coinvolto alcune Tesla con attivata la funzione della guida autonoma (di livello 2), le quali si erano scontrate addirittura con i veicoli dei soccorritori e con i mezzi da lavoro fermi in strada. Come è noto, nessuno dei sistemi di guida autonoma di Tesla è autonomo nel senso più stretto del termine, ma richiede invece un conducente al volante pronto a sterzare o frenare in qualsiasi momento.
A preoccupare ulteriormente gli esperti di sicurezza il fatto che sia stato sviluppando un altro sistema di assistenza alla guida, chiamato “Beta FSD”, le cui funzioni sarebbero state testate internamente all’azienda ma non completamente collaudate. Secondo alcune indiscrezioni Tesla utilizzerebbe i propri clienti come i tester “ufficiosi” del software e della sicurezza attraverso il programma FSD Beta, anziché affidarsi esclusivamente a piloti professionisti come avviene di norma nel settore. Ultimamente hanno fatto scalpore i casi di accelerazione involontaria improvvisa che hanno coinvolto una Model 3 schiantatasi contro un muro a Parigi, e una Model Y a Chaozhou, in Cina, incidente che in questo caso ha causato la morte di due persone, nonostante il conducente avesse tentato di intervenire sul pedale del freno.