Autovelox, la Cassazione ti dà ragione. Migliaia di ricorsi accolti per questo motivo
Autovelox non mi fai paura. Con i tempi che corrono è quasi più probabile vincere un ricorso che trovare un dispositivo a norma. Ecco cosa verificare nel verbale
Si dice che sarà l’estate degli autovelox. Il tema in effetti è caldo in tutti i sensi, perché tra gli automobilisti italiani si sta diffondendo sempre maggior consapevolezza sull’utilizzo di questi dispositivi.
Nonostante ce ne siano davvero ovunque, e più di prima, i rilevatori automatici di velocità non fanno più paura come una volta. Sarà perché anche lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, si è apertamente dichiarato contrario alle apparecchiature che non rispettano gli obblighi di legge.
O sarà perché anche la tecnologia ci può essere d’aiuto oggi a individuare uno di questi dispositivi posizionati lungo il nostro cammino, o ancora perché addirittura la Corte di Cassazione ha da anni accolto le richieste di annullamento dei verbali con qualcosa di più di qualche mero vizio di forma.
Quando la sicurezza non ha più valore
La buona notizia già ufficiale è che a breve questi apparecchi, non solo dovranno essere tutti omologati sotto lo stretto controllo dello Stato attraverso protocolli di omologazione validi per tutti i comuni d’Italia. Ma dovranno sottostare in modo molto più vincolante alle leggi del Codice della Strada per poter elevare multe che si considerino legittime.
Una misura che lo stesso Salvini ha voluto effettiva con l’obiettivo in primis di tornare a utilizzare questi apparecchi per lo scopo principale per cui erano stati inizialmente ideati, quello cioè di preservare la sicurezza sulle strade. Ad oggi l’uso di questi apparecchi si è talmente allontanato dalla sua effettiva finalità, che in sostanza succede quasi il contrario. E lo sanno tutti: si usano gli autovelox per pizzicare gli sprovveduti automobilisti avvisandoli con un cartello a soli pochi metri (qualora sia presente). Così tutti a frenare all’improvviso con il rischio di farsi tamponare pur di non prendere la multa.
Attenzione a questo dettaglio sul verbale
Una delle degenerazioni del sistema è proprio questo: ma a cosa servono allora questi dannati apparecchi? Per sensibilizzare o solo per punire? A occhio solo per la seconda ipotesi. A confermarlo sarebbe anche un altro loro utilizzo largamente diffuso, ma di fatto illegale. L’autovelox infatti vanno omologati una sola volta nella loro vita prima di entrare in servizio – ed è su questo aspetto che Salvini ha deciso di rendere più stringente la normativa – peccato che ogni anno vanno assolutamente ritarati per evitare misurazioni sbagliate. Come ogni altro strumento di precisione, anche l’autovelox ha bisogno di essere sottoposto a controlli annuali per verificare l’esattezza delle sue misurazioni. Ma molto spesso questo controllo non avviene.
Questo dato deve essere riportato sul verbale di notifica. Fortunatamente però la Cassazione ha più volte emesso ordinanze contro i gestori delle strade che non rispettano questa regola riguardante la taratura annuale. In un caso specifico, ad esempio, un automobilista aveva ricevuto una sanzione da parte della polizia municipale di Roma per eccesso di velocità rilevato tramite autovelox. L’automobilista ha impugnato la sanzione sostenendo che non era stata fornita prova dell’omologazione e taratura dell’apparecchio. La Corte ha stabilito che, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, tutte le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e taratura. Nel caso in questione, non è stata dimostrata l’effettuazione di tali verifiche. Inoltre, il verbale della contestazione non è sufficiente per attestare la corretta funzionalità dell’autovelox, essendo basato sulla percezione sensoriale degli agenti al momento della rilevazione.