Auto con targa estera, da ora possono circolare. Devi solo fare attenzione a un dettaglio, sono 3.500 euro di multa
Dopo la stretta sulle auto immatricolate all’estero, un provvedimento ha di fatto aggirato il limite dei tre mesi per i residenti in Italia: ecco come si fa
Il giro di vite voluto dal Governo per arginare il fenomeno delle auto con targa estera circolanti sulle nostre strade, ha di fatto impedito a molti furbetti di continuare a evadere il fisco senza pagare il bollo.
La situazione in effetti fino a qualche anno fa era un po’ sfuggita di mano. Per alcuni versi le immatricolazioni estere sembravano l’unica risposta possibile alla mazzata del superbollo per coloro i quali volevano il macchinone senza per questo spendere oltre 500 euro di tassa regionale ogni anno.
Così le strade sono state prese d’assalto da auto di grossa cilindrata con targa perlopiù di provenienza dai Paesi dell’est, dove il bollo può arrivare a costare anche meno di un terzo di quello italiano.
Il limite dei tre mesi
Il fenomeno peraltro, oltre ad arrecare perdite ingenti nelle casse pubbliche, permetteva ai titolari italiani di un veicolo con targa estera di sfuggire al sistema di multe e sanzioni previsto dal Codice della Strada. Insomma sembrava un far west. Tanto che il Governo fu costretto a intervenire con provvedimenti severi per i residenti in Italia che fossero sorpresi alla guida di un veicolo di loro proprietà immatricolato all’estero. Dopo la prima misura presa per regolamentare la situazione critica, era stato imposto addirittura il limite stringente di 60 giorni per mettersi in regola con la documentazione italiana.
Peccato che per avviare e portare a buon fine un normale processo di cambio targa sono necessari minimo due mesi, sempre che tutto vada via liscio. I tempi amministrativi tra la presentazione della richiesta in Motorizzazione, lo sblocco del telaio da parte dell’Agenzia delle Entrate e la finalizzazione del processo al PRA richiedono che tutti questi enti lavorino all’unisono. E non sempre è così. Da 60 giorni allora si è pensato di innalzare il limite a 90. La situazione a oggi è che, passati tre mesi, le sanzioni per la mancata immatricolazione del veicolo prevedono non solo multe che vanno da un minimo di 711 euro ad un massimo di 2.848 euro con ritiro della carta di circolazione, ma anche il fermo amministrativo del mezzo fino a che non si provvede all’immatricolazione italiana.
Veicolo con targa estera: sì a libera circolazione per un anno
Superare con una certa agilità questo fastidioso inghippo è diventato possibile grazie a una recente normativa che ha aggirato l’ostacolo garantendo la possibilità di circolare su un veicolo con targa straniera – per un periodo massimo di un anno – solamente nel caso in cui il veicolo risulti intestato a un cittadino o a un’azienda residente all’estero. Qualora si desideri poter sfruttare la circolazione per 12 mesi senza incappare in sanzioni è necessario però, oltre alla titolarità di un non residente in Italia, anche l’obbligo di registrazione al Registro Pubblico dei Veicoli Esteri (Reve).
L’iscrizione al Reve è obbligatoria se si superano i 30 giorni non continuativi dall’ingresso in Italia del veicolo. La registrazione si rende obbligatoria per monitorare il limite dei 12 mesi di permanenza del veicolo estero. Chi non si mette in regola rischia una sanzione con un importo compreso dai 712 ai 3.588 euro, con tanto di fermo amministrativo fino a quando non si effettua la registrazione.