Auto elettriche: ecco perché ci sarà bisogno dell’intelligenza artificiale anche per ricaricarle | Altrimenti si mette male
Nel 2030 la metà dei veicoli circolanti saranno elettrici. L’intelligenza artificiale aiuterà a risolvere uno dei loro più grandi problemi in ricarica
A tanti di noi piacerebbe cambiare la vecchia auto con una elettrica. Più moderna, meno inquinante e super silenziosa. Anche se l’idea sembra allettante, al momento è meglio non farlo. Se ipotizzassimo passare tutti alla mobilità elettrica già da domani, ci metteremmo in guai seri.
Questa volta però non si tratta dei soliti inghippi dovuti all’autonomia o alle lungaggini dei cicli di ricarica. Il problema andrebbe a impattare molto più drasticamente sulle vite di tutti noi.
Non facciamo nemmeno riferimento alla carenza dei punti di ricarica, che invece stanno vivendo un vero boom di nuove installazioni. A oggi si contano oltre 45.000 colonnine e ben 400.000 wallbox disseminate nei garage condominiali e nei parcheggi privati.
Serve un altro sistema di gestione energetica
Il tema di cui davvero dovremmo preoccuparci è: le attuali infrastrutture elettriche di cui disponiamo saranno in grado di supportare e distribuire in modo intelligente l’energia richiesta? Consideriamo innanzitutto una cosa. Non solo le auto sono diventate elettriche, ma tanti altri apparecchi lo sono, e praticamente tutto ciò che richiede energia per l’uso quotidiano attinge alla rete pubblica di distribuzione. Secondo le previsioni della International Energy Agency (IEA), entro il 2030 il mondo sarà per lo più funzionante a elettricità.
La richiesta sarà via via maggiore, diventando poi enorme quando arriveremo nel 2050 a contare 10 miliardi di persone. Riusciremo a far fronte a questa richiesta di energia se le reti rimarranno obsolete? In tal caso la risposta è ovviamente no. Il rischio è attaccarsi tutti insieme alla colonnina e far collassare l’intera rete. Al momento sono allo studio soluzioni interessanti per evitare di trovarsi in questi pasticci. È già da tempo infatti che sentiamo parlare di “smart grid“, o rete elettrica intelligente. Questo sistema avanzato di distribuzione e gestione dell’energia elettrica potrebbe utilizzare le tecnologie digitali per monitorare e ottimizzare il flusso di energia in tempo reale.
IA per governare le ricariche dei BEV
In questo modo le smart grid permetterebbero di gestire la richiesta in modo efficiente, evitando gli sprechi, ed integrando nel lavoro di distribuzione energetica anche le fonti rinnovabili, dove e quando serve. Le reti intelligenti consentiranno di tenere sott’occhio il consumo energetico, risparmiando molto di più di quello che siamo in grado di fare oggi. Nello sviluppo delle smart grid abbiamo fortunatamente un asso nella manica davvero portentoso: l’intelligenza artificiale.
Da quello che si è visto, l’IA può svolgere un ruolo cruciale per ottimizzare le smart grid e consentire a tutti un domani di fare ricarica senza il rischio di far saltare i contatori. In uno studio condotto a due mani tra i ricercatori dell’University of Michigan Transportation Research Institute e Utilidata sono stati sviluppati chip intelligenti che raccolgono dati in tempo reale sulla rete elettrica, proprio grazie al contributo dell’IA. Sarà così possibile ottimizzare la capacità di assorbire la produzione e il consumo di energia da parte di diverse fonti – veicoli elettrici in primis – e prevedere interruzioni di corrente. L’IA potrà dunque analizzare i dati di ricarica dei veicoli elettrici, con i quali poi sarà più facile gestire la domanda energetica proveniente dai BEV, dal momento che si prevede entro il 2030 che il 50% del parco auto circolante sarà elettrico.