Furti auto, numeri spaventosi in Italia | Chi abita qui non dorme più
Solo il 40% dei veicoli viene poi effettivamente recuperato, la percentuale più alta degli ultimi 5 anni. Gli altri spariscono nel nulla
Rubare un’auto in Italia è diventato un fenomeno piuttosto dilagante. Dati alla mano, negli ultimi anni abbiamo assistito a una escalation preoccupante del numero di furti, arrivandone a contare uno ogni 5 minuti.
A lanciare l’allarme è l’ultimo rapporto Ania, l’associazione delle compagnie assicurative, dal quale emerge una crescita del 18,9% dei furti di auto nel 2022 rispetto al 2021. Il che porta il numero di furti nell’era post Covid ad allinearsi perfettamente con quelli del periodo pre-pandemia, ossia poco più di 80.000.
Nonostante in pochi anni i costruttori abbiano sviluppato tecnologie di sicurezza in grado di contrastare il fenomeno, allo stesso tempo abbiamo assistito a un boom di furti dovuto alla carenza strutturale di componentistica, la quale ha finito per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio.
Le nuove tecniche di furto
A questo aggiungiamo che negli ultimi tempi sono stati escogitati e affinati sistemi di sottrazione delle auto sempre più avanguardisti. Il ladro di oggi opera meno di cacciavite e piede di porco e più di elettronica. Dallo scassinatore siamo passati a fare i conti con un vero e proprio hacker dei sistemi di immobilizzazione del veicolo, insomma abbiamo davanti un esperto informatico. La cosa dovrebbe preoccupare ancora di più del solito, dal momento che questi malviventi conoscono a menadito dove si annida ogni vulnerabilità tecnologica nei veicoli di nuova generazione.
Questo vantaggio competitivo che hanno nei nostri confronti facilita tutte le operazioni di furto, rendendo il processo praticamente infallibile e silenzioso, un lavoro estremamente pulito. Abbiamo più volte parlato della facilità di accesso al CAN Bus, la centralina elettronica che governa i sistemi intelligenti dell’auto. Attraverso la semplice rimozione dei fari, operazione che richiede davvero pochi minuti, il ladro-hacker può accedere con estrema rapidità al CAN Bus e inviare alla centralina una serie di messaggi che riproducono perfettamente il segnale della chiave digitale. Per farlo non serve altro se non un dispositivo portatile in grado di impersonare la vera chiave del proprietario.
Le regioni più colpite
Secondo i dati dell’ACI del 2022, si rubano una media di 2 auto ogni mille veicoli circolanti. Le regioni meridionali si confermano essere quelle più a rischio, con un aumento medio del 17% rispetto al 2021. Si pensi che il 37% dei veicoli rubati viene recuperato al Sud. Tra le regioni più colpite dal fenomeno, la Basilicata ha registrato un raddoppio dei furti, mentre Abruzzo e Molise hanno avuto incrementi rispettivamente del 46,3% e 62,3%. Maglia nera a Puglia e Campania che da sole concentrano oltre il 90% dei furti nel Sud Italia. La Campania si conferma la regione con l’incidenza più alta a livello nazionale, seguita dalla Puglia. Nel Lazio i furti sono aumentati del 15,3% (quindi meno della media), ma la percentuale di recupero è un po’ più bassa di quella a livello nazionale.
In Toscana e Umbria invece le percentuali di recupero sono più incoraggianti, dato che vengono ritrovati rispettivamente il 61% e il 56,5% delle vetture rubate. Nel Nord i furti sono aumentati dell’11% in media, e circa la metà dei veicoli rubati viene recuperata. A sorpresa il Trentino-Alto Adige ha segnato un boom di furti preoccupante e infatti ha registrato l’incremento più consistente (140%), seguito dalla Liguria (58,4%) e dall’Emilia-Romagna (+30,1%). In controtendenza il Friuli-Venezia Giulia, l’unica regione che ha registrato una diminuzione dei furti del 19,4%. Male invece le percentuali delle isole, dove si è assistito a un aumento marcato del fenomeno nel 2022, in crescita del 37,8%.