Passo indietro sui BEV | Un automobilista su due non vuole più l’auto elettrica, ecco perché
Solo due anni fa era il paese europeo con il più alto tasso di penetrazione di veicoli elettrici. Ma qualcosa forse è andato storto
Le elettriche non convincono nemmeno gli olandesi. Suona paradossale, ma la notizia dovrebbe essere incoraggiante anche per noi, perché quantomeno non dovremmo sentirci in colpa se il mercato BEV italiano è fermo a quota 4%.
Forse abbiamo intuito qualcosa che altri Paesi stanno già sperimentando a loro spese? Il mistero si infittisce. La cosa bizzarra è che una volta tanto abbiamo fatto bene a rimanere indietro.
In realtà sappiamo tutti che uno dei fattori di stasi del mercato in Italia è dovuto alla barriera del prezzo, problema che evidentemente altri paesi non hanno. Vuoi vedere che neanche a farlo apposta, quella che sembrava una penalizzazione a livello europeo si trasformi invece in un vantaggio?
Paesi nordici: i più sensibili al tema della mobilità sostenibile
Tra poco più di dieci anni dovremo dire addio alla produzione di auto termiche, ma prima di allora abbiamo ancora un po’ di tempo per capire come si stanno muovendo gli altri paesi sull’utilizzo dei veicoli elettrici. Quali sono stati i reali benefici che ne hanno tratto, oltre all’abbattimento delle emissioni, e come sono riusciti a superare alcune delle criticità più note legate alla diffusione in massa di questa tecnologia di mobilità.
I paesi nordici, generalmente considerati più all’avanguardia di noi nell’ambito della mobilità sostenibile, hanno adottato politiche più ambiziose dell’Italia e incentivi finanziari significativi per promuovere l’adozione dei veicoli elettrici già da molti anni. Hanno investito in infrastrutture di ricarica estese e ben distribuite, e soprattutto hanno investito in politiche di sensibilizzazione ed educazione dei cittadini riguardo ai benefici ambientali e alle potenzialità delle auto elettriche. Il che ha favorito una maggiore accettazione anche da parte dell’opinione pubblica. Cosa che in Italia sembra aver funzionato molto poco.
Lo strano caso dell’Olanda
Al di là della questione culturale e degli incentivi made in Italy di scarso valore, bisogna riconoscere che il nostro paese ha fatto negli ultimi tempi dei passi da gigante per allinearsi agli standard infrastrutturali europei. In parte ci siamo riusciti, ma il numero di veicoli è ancora meno di 200.000. In Olanda invece, dove già nel 2021 secondo i dati Acea si contavano 66.000 colonnine di ricarica, e le elettriche sfioravano la quota del 70%, i consumatori stanno a sorpresa facendo un passo indietro. Da una ricerca di mercato condotta da VZR e riportata da Autoweek, il 57% dei possessori di auto elettriche è intenzionato a fare marcia indietro e cambiarla con un veicolo a combustione.
Secondo lo studio, solo il 43% dei proprietari di auto elettriche si ritiene soddisfatto della propria scelta a distanza di anni e intende acquistare un nuovo veicolo elettrico, mentre il restante pubblico ritiene di volersi orientare in futuro verso ibridi, auto a benzina o auto a diesel. I motivi di questo rifiuto sono legati alla progressiva eliminazione degli incentivi statali, alle preoccupazioni continue dovute alla scarsa autonomia nonostante l’aumento delle stazioni di ricarica, e ai tempi di ricarica, che sono di almeno mezz’ora quando si parla di ultracharger.