Furti auto, la minaccia sono gli hacker | Con questo sistema è fin troppo semplice
La tecnologia è alla base dello sviluppo dei nuovi software deputati a governare ogni aspetto dell’auto moderna. Purtroppo è anche la miglior complice di un ladro
Le auto di oggi. Sono più digitali dei nostri personal computer, e dotate di tecnologie così all’avanguardia da impressionare chiunque. Peccato che insieme allo sviluppo di nuovi software si sia annidato anche un covo di vulnerabilità che in pochi conoscono.
In pochi tranne i ladri, che siccome sono sempre un passo avanti a noi e agli esperti di sicurezza informatica, hanno trovato già tutti i modi possibili e immaginabili per hackerare i veicoli attraverso l’uso della stessa tecnologia di cui sono fatti.
I sistemi che utilizzano oggi i ladri non hanno niente a che vedere con i rudimentali metodi di scasso del passato. Quella è roba di altri tempi, che per di più richiama un po’ troppo l’attenzione. Oggi tutto quello che c’è da fare è affidarsi alle diavolerie dell’era digitale.
Hackerare un veicolo: criticità
Infatti basta davvero poco per hackerare un veicolo. La cosa dovrebbe preoccuparci, non solo perché i ladri faranno sempre più in fretta a sottrarre l’auto di turno destinata a sparire, ma perché un domani qualche smanettone spregiudicato potrebbe anche solo per gioco infiltrarsi nel sistema di controllo del nostro veicolo e iniziare a prendere il comando della situazione.
Se sono pericolosi i computer sabotati da qualche pirata informatico, figuriamoci i veicoli lanciati per strada a tutta velocità. Al momento i tentativi di intrusione nel sistema di controllo hanno consentito a questi esperti informatici di prendere possesso delle auto attraverso la riproduzione del codice della chiave digitale. Fino a qualche tempo fa per aprire un’auto in modo fraudolento era necessario un ponte radio per mettersi in contatto con la vera chiave del proprietario, localizzata in qualche casa vicina.
Come rubare un’auto attraverso un dispositivo portatile
Da oggi però questo sistema è già acqua passata. I ladri più moderni sfruttano le vulnerabilità del complesso sistema elettronico della vettura per inviare messaggi del tutto uguali a quelli della chiave digitale originale con piccoli dispositivi portatili. Il dispositivo di furto è progettato per essere collegato al CAN bus di controllo, una piccola centralina che attua da “decisore” per tutto il sistema elettronico a livello centralizzato. Il dispositivo di hacking serve per impersonare in tutto e per tutto le funzioni della chiave intelligente.
Una volta violato il sistema CAN bus, a cui il ladro riesce ad accedere perfettamente attraverso la strada più breve, cioè quella dei fari, l’apparecchio pirata lancia una raffica di messaggi contenenti l’informazione “smart key valida”. Il CAN bus riceve dei dati falsi dal dispositivo portatile del ladro, ma è già troppo tardi. Non riconosce il tentativo di furto perché un’altra ridondanza del segnale chiave hackerato ha messo fuori uso persino il sistema di controllo delle possibili violazioni dell’impianto. La chiave è dunque valida, e l’auto apre le porte.