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1200 km di autonomia: sembra assurdo ma non lo è | Le auto elettriche cambiano volto

Batteria auto elettrica – giornalemotori.it

Lo sviluppo scientifico permette già di ottenere ottimi risultati nella creazione di nuove batterie. Bisognerà aspettare ancora per la la loro diffusione sul mercato di massa

A meno che non si abbia a disposizione una centrale nucleare portatile, oggi viaggiare con l’auto elettrica per distanze maggiori ai 350 km tirati d’un fiato diventa un po’ problematico.

È vero che tanti studi condotti sull’utilizzo quotidiano dei veicoli e sulle abitudini degli automobilisti svelano che in media in città non si percorrono più di una trentina di chilometri al giorno, ma ciò non toglie che si debbano offrire soluzioni alternative per aumentare la performance delle batterie.

Se solo volessimo fare un viaggio da Milano a Reggio Calabria su un veicolo elettrico – cosa che potrebbe benissimo interessare chi si accinge a partire per le vacanze – qualche inconveniente legato al numero di fermate per la ricarica, alla disponibilità di colonnine, nonché ai tempi d’attesa per un pieno di elettroni sicuramente ci sarà.

I limiti delle tecnologie attuali

Sì, è vero che utilizzando modelli elettrici di alta gamma super performanti la situazione sembra migliorare grazie a una maggiore autonomia e alla rete di ricarica ultra rapida in corrente continua fino a 350 kW. Ma di base solo una esigua minoranza di auto dispone di batterie ad alte prestazioni in grado di gestire la velocità di ricarica veloce. E anche reti così efficienti non sono proprio dietro l’angolo, perché necessitano di infrastrutture dedicate.

Non tutte le stazioni dispongono di colonnine di ricarica dotate di sistemi di alimentazione e distribuzione dell’energia in grado di gestire elevati picchi di potenza. In primis perché c’è bisogno di una grande quantità di energia, e in secondo luogo perché devono disporre della tecnologia necessaria al raffreddamento per mantenere la temperatura delle batterie entro limiti accettabili durante la ricarica, altrimenti andrebbe tutto a fuoco.

Batteria allo stato solido – giornalemotori.it

Il sogno di Toyota: arrivare a quota 1.000

Al di là di questi aspetti, bisogna riconoscere che già nell’ultimo anno si sono fatti alcuni passi avanti nel miglioramento dei tempi di ricarica e nell’aumento dell’autonomia delle vetture elettriche. In realtà, finché si rimane all’interno della stessa tecnologia è possibile ottimizzare questi aspetti fino a un certo punto, ma per andare oltre occorre cambiare radicalmente paradigma. Motivo per cui sono allo studio da anni progetti promettenti su una nuova tecnologia dirompente che potrebbe ribaltare una volta per tutte il tema dell’autonomia.

Quello che si cerca disperatamente di fare è aumentare in modo ottimale la densità energetica delle batterie. Tra i costruttori impegnati in prima fila nella ricerca in questo settore c’è l’intramontabile Toyota, la quale sta investendo risorse significative per introdurre veicoli elettrici di nuova generazione a partire dal 2026 e sta cercando di migliorare le prestazioni delle batterie agli ioni di litio liquido attualmente predominanti. L’obiettivo non è solo aumentare la densità energetica, ma anche ridurre il peso, dal momento che attualmente un’auto elettrica di segmento medio può arrivare a pesare anche 2 tonnellate. Si sta puntando molto allo sviluppo di batterie con struttura bipolare, già utilizzata con successo nei veicoli ibridi e che a breve sarà applicata ai veicoli elettrici, e al contempo si stanno esplorando i confini delle batterie allo stato solido, che offrono ulteriori miglioramenti in termini di autonomia e tempi di ricarica più rapidi. La società mira a raggiungere un’autonomia di oltre 1.000 km per i suoi nuovi lanci sul mercato, cercherà anche di ridurre i costi del 20% rispetto ai modelli attuali e ottenere tempi di ricarica rapidi, come 20 minuti per la batteria di nuova generazione e 10 minuti per le batterie allo stato solido.