Mobilità sostenibile, spuntano i dubbi sulle auto elettriche | Tutta la verità che in pochissimi conoscono
Le auto elettriche sono davvero la scelta più green che possiamo fare? Attenzione agli slogan sbandierati per mantenere in piedi uno dei più grandi interessi industriali degli ultimi i tempi
Mentre infuriano le polemiche sulle nuove zone a traffico limitato, con molti comuni che hanno già dato un giro di vite sullo stop alla circolazione per i veicoli più inquinanti, le auto elettriche scorrazzano libere.
In effetti si è portati a pensare che essendo al momento l’unica scelta di mobilità a zero emissioni, siano la soluzione ad ogni male. Ma se andiamo ad analizzare la situazione un poco più nel dettaglio, ci accorgiamo che non è tutto oro quel che luccica.
Sì, è vero che l’utilizzo di un veicolo elettrico di per sé non comporta emissioni di CO2 durante la circolazione, ma siamo proprio sicuri che la scelta di un’auto elettrica sia così “green” come sembra?
Il problema delle terre rare
Non ci sono solo dei dubbi sul mascherato ambientalismo dei veicoli elettrici, ma fondate certezze. Certo, le auto elettriche non emettono gas di scarico puzzolenti come dei vecchi Euro “qualcosa”, ma tutti sappiamo cosa succede dietro le quinte delle gigafactory?
Considerando che il maggior produttore mondiale di batterie per veicoli elettrici è la Cina, ci siamo mai chiesti da dove il gigante asiatico riesca ad estrarre la quantità sufficiente di litio per continuare a detenere la leadership in questo settore? Il suo segreto sporco è l’estrazione delle materie prime necessarie per le batterie dalla cosiddette terre rare concentrate per lo più in Africa, dove la Cina ha da decenni messo le mani per trasformare il continente in una grande miniera a cielo aperto.
Un ambientalismo di facciata
Per quanto possa sembrare sempre una scusa messa in piedi da parte dei detrattori più spinti della tecnologia dell’elettrico, è innegabile e ben documentato da fonti certe che il processo di estrazione di litio, cobalto e altri minerali necessari per le batterie, diventate la merce di scambio della nuova industria automobilistica, ha un impatto devastante sull’ambiente. Le miniere di litio a cielo aperto distruggono gli ecosistemi, inquinano l’acqua e danneggiano la fauna selvatica. L’estrazione di cobalto spesso sfrutta manodopera a bassissimo costo approfittando di condizioni di lavoro che né in Cina, né in Europa o Stati Uniti sarebbero lontanamente ammissibili.
Verrebbe quindi da pensare che la nuova industria stia mettendo in piedi un gigante dai piedi d’argilla. Il petrolio finirà di certo, ma come finiranno le materie prime per produrre batterie, che non a caso risultano essere il componente più caro dei veicoli elettrici. È già da tempo dunque che l’ambiente sta pagando il prezzo della nostra mobilità “green”. Per non parlare che, in mancanza di un’adeguata produzione di elettricità da fonti rinnovabili, l’infrastruttura di ricarica delle auto elettriche può anche portare ad altri problemi. La crescente domanda di energia elettrica attinge e attingerà sempre di più energia da centrali elettriche in molti casi alimentate a carbone, con conseguente aumento delle emissioni di CO2. Quindi niente e NOx ePM10 dalle auto elettriche, ma il loro processo di ricarica dovrà essere ancora molto perfezionato prima di diventare “eco”.