Questa volta non si è trattato di un surriscaldamento dovuto ad un uso prolungato della batteria. Ancora aperte le indagini per determinare le cause
Sembra che in questi ultimi tempi la risposta al futuro della mobilità leggera sostenibile sia solo una, l’auto elettrica. Sul web assistiamo ogni giorno a scontri e dibattiti piuttosto accesi tra i suoi sostenitori e i suoi detrattori.
Bisogna riconoscere che, come spesso accade, la verità si trova sempre nel mezzo. Non si possono difendere a spada tratta i vantaggi concessi dai veicoli elettrici senza prendere atto del lato oscuro di questa tecnologia, così come non si può sparare a zero su questo nuovo modello di mobilità a zero emissioni senza riconoscere il suo contributo per abbattere le emissioni e svincolarsi dal giogo del petrolio.
L’utilizzo delle auto elettriche ha fin dai suoi esordi creato molte polemiche per i problemi che la loro introduzione un po’ forzata ha portato. Sono ben noti i temi legati alla difficoltà di ricarica e alla scarsa autonomia, ma pare che la questione vada ben oltre.
Per quanto riguarda l’aspetto della sicurezza, abbiamo assistito in molti casi a fenomeni che hanno lasciato davvero sconcertati. È vero che in generale anche l’utilizzo di auto con motore a combustione ha le sue criticità e le sue vulnerabilità. Ovviamente il carburante risulta una delle cause numero uno di incendi, in cui, a seguito di collisioni, l’auto va in fiamme.
Ma in casi come questo gli incendi si sviluppano come diretta conseguenza di eventi per così dire non direttamente legati al normale funzionamento dell’auto, ma a sollecitazioni esterne in assenza delle quali nessuna auto a motore termico rischia di esplodere. Questa è una differenza sottile ma importante, perché sono in tanti a sostenere che siano più pericolose le auto alimentate a benzina o diesel rispetto alle elettriche.
Nel caso dei veicoli elettrici però quello che più preoccupa sono i frequenti episodi legati a fenomeni di autocombustione. Già anni fa le immagini delle Tesla in fiamme in autostrada hanno lasciato tutti a bocca aperta, aprendo un dibattito sul tema della sicurezza. Si pensava che il problema fosse legato solo al software che gestisce le funzioni della batteria, eppure potrebbe non essere così per tutte le auto. A dimostrarlo è quanto accaduto a Treviso a una Renault Zoe del 2020.
Parcheggiata nel garage di casa, l’auto avrebbe improvvisamente sviluppato un’esplosione a cui è seguito un incendio, nonostante non fosse nemmeno sotto carica in quel momento. Fortunatamente non ci sono state persone ferite. Le cause dell’esplosione sono ancora sconosciute, ma si ipotizza che la batteria abbia avuto una fuga termica. Le fiamme hanno danneggiato anche un’altra auto parcheggiata vicino. Gli abitanti della zona sono stati allarmati dal forte boato e sono stati necessari i Vigili del Fuoco per spegnere l’incendio. Le indagini sono in corso per determinare la causa esatta dell’esplosione.