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Tragedia in Italia, strappata una vita a causa di un ‘gioco’ | Orrore dopo l’incidente

Il luogo dell’incidente – giornalemotori.it

I social media hanno cambiato le nostre vite. Il loro impatto però non è solo virtuale, se usati male diventano strumenti potenzialmente pericolosi

Un incidente dovuto a un utilizzo improprio dell’auto, unito a comportamenti pericolosi ed arroganti al volante, ha portato all’ennesima tragedia. Le vittime come al solito sono degli innocenti e ad avere la meglio i responsabili della folle corsa.

Quando avvengono fatti del genere la prima cosa che viene da chiedersi è come sia stato possibile arrivare a tanto. Quale modello ha fallito? Quando si tratta di mettersi al volante, la responsabilità verso gli altri dovrebbe venire prima di ogni altra cosa.

Dovrebbe essere quella a preoccuparci. Eppure è un film che si vede ogni giorno per strada. Là fuori è pieno di automobilisti impavidi e prepotenti che se ne infischiano della sicurezza degli altri, tanto l’importante è fare ciò che si vuole pensando che le strade siano a disposizione propria. La cosa dovrebbe per tutti noi essere intollerabile.

Quando i social media fanno perdere la testa

La tragedia di Roma, dove ha perso la vita un bambino di 5 anni, è la dimostrazione non solo che la velocità uccide, ma che un’attitudine spregiudicata alla guida può causare disastri di proporzioni colossali che coinvolgono persone che non hanno deciso di mettere la loro vita in gioco a causa di improbabili sfide organizzate per compiacere i propri follower. 

La follia del web spinge spesso orde di fanatici a compiere gesti che probabilmente non avrebbero pensato di fare se non si fossero messi ad architettare modi sempre più arditi per accaparrarsi qualche like in più. Non serve fare un elenco di queste tragedie, basti sapere che queste stupide sfide lanciate in rete hanno molto spesso portato a incidenti mortali filmati in diretta. La disgrazia avvenuta Roma fa parte di uno di questi.

Le ambulanze prestano i primi soccorsi dopo l’incidente, avvenuto a Casal Palocco, nel X Municipio di Roma – giornalemotori.it

Due giorni interi a scorrazzare in auto, poi l’incidente

Tutto inizia dall’idea di un gruppo di ragazzi di organizzare una “challenge” con l’obiettivo di ottenere 100.000 like sui social media a patto di guidare una Lamborghini Urus per 50 ore. La sfida si è trasformata in tragedia quando la vettura si è scontrata con una Smart, causando la morte di un bambino di 5 anni e lasciando la madre e la sorellina in gravissime condizioni, anche se ora sono fuori pericolo. I ragazzi sono invece rimasti illesi e sono attualmente sotto indagine per omicidio stradale. Secondo una prima ricostruzione, si ritiene che il gruppo di giovani a bordo del SUV potesse essere distratto dalla registrazione di un nuovo video, che avrebbe successivamente ottenuto una vasta diffusione. Alcuni frammenti del montaggio erano già stati pubblicati su Instagram e TikTok, ma poi sono stati rimossi. In uno dei video, si sente uno dei ragazzi al volante dire: “Secondo giorno senza scendere dalla macchina, oggi McDonald’s e domani Burger King. Domani lascerò questo toro”.

Questo indizio ha portato le forze dell’ordine a sequestrare i telefoni cellulari a bordo della Lamborghini per verificare chi stesse registrando il video al momento dell’incidente, il quale è ora oggetto di indagine. L’episodio solleva molti interrogativi, non solo sulla facilità con cui i ragazzi hanno ottenuto una vettura del genere, ma sulla necessità di un nuovo modello di utilizzo dei social media. La mancata comprensione delle implicazioni e delle ricadute che hanno le nuove tecnologie sulla vita reale può mettere a rischio la vita di tutti.