Codice della strada, ecco la malattia che ti vieta la guida | Non puoi più metterti al volante
In fase di rinnovo è fondamentale dimostrare di essere ancora in grado di guidare rispettando le condizioni minime di idoneità psicofisica
Il processo di rinnovo della patente può essere per alcuni di noi un po’ più complicato del previsto. Non tanto per l’iter burocratico da seguire o per le spese amministrative da sostenere, quanto per la visita medica che conferma o meno l’idoneità a guidare.
Fintantoché siamo in salute i rinnovi non dovrebbero preoccuparci, ma se solo iniziamo a presentare i sintomi tipici di alcune patologie croniche, le cose potrebbero iniziare a complicarsi.
D’altra parte per guidare occorre presentare uno stato di salute, per quanto non di ferro, come minimo idoneo. Ragion per cui, all’ora del rinnovo il medico dovrà indagare se soffriamo di qualche patologia potenzialmente compromettente che può impattare in modo significativo sulla guida.
Cosa succede se perdiamo l’idoneità psicofisica
Invecchiando, è più che normale perdere qualche colpo e avere qualche acciacco in più di salute. Quello che non dovremmo mai sottovalutare però è il sopraggiungere di malattie croniche che rappresentano una limitazione delle nostre capacità psicofisiche o che potrebbero seriamente mettere in pericolo la sicurezza di tutti, non soltanto la nostra.
Pensiamo, ad esempio, se dovessimo soffrire una qualche crisi del sistema nervoso centrale o un collasso del sistema cardiovascolare proprio mentre siamo alla guida. Sarebbe una potenziale catastrofe. Perderemmo completamente coscienza e con questa anche il controllo del mezzo, che si trasformerebbe in una mina vagante di una tonnellata. In casi come questi le conseguenze sono imprevedibili. La questione è che, in caso di incidente, l’assicurazione coprirà i danni solo se la malattia cronica è stata riconosciuta dalla Commissione medica e se in quel momento stiamo seguendo la terapia indicata dallo specialista.
Rinnovo con esito negativo
Per questo è fondamentale in fase di rinnovo dichiarare all’Asl le patologie invalidanti di cui soffriamo. Non per tutte il rinnovo della patente è negato, infatti molto dipende dalla gravità della patologia. Se ci sono i presupposti per tenere sotto controllo la malattia senza che questa risulti pericolosa per mettersi al volante, sarà sufficiente seguire le limitazioni imposte dalla Commissione medica. In molti casi si impone di sottoporsi a distanza di uno o due anni a visite mediche specialistiche che confermeranno o meno l’idoneità.
In altre occasioni però non va così. Quando si tratta, ad esempio, di valutare l’idoneità di una persona che soffre di gravi disturbi mentali o di chi fa uso di psicofarmaci, la valutazione psichica dello specialista potrebbe non confermare i requisiti psicofisici necessari alla guida. Gli individui affetti da tali condizioni devono essere valutati da uno psichiatra, che tiene conto dei sintomi del disturbo mentale e degli effetti dei farmaci sulla funzione cognitiva e sulla capacità di reazione. Le valutazioni dello specialista forniscono anche in altri casi indicazioni sull’adeguatezza psicofisica di una persona alla guida. Per esempio in caso di epilessia, sarà il neurologo a valutare il decorso della malattia. Un individuo con crisi frequenti non potrà di certo mettersi alla guida. Ma se non soffre crisi da almeno un anno grazie all’assunzione di farmaci, lo specialista darà il suo consenso, ma solo a condizione che si associ la terapia farmacologica.