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Golf Alltrack, 200 CV e assetto regolabile | L’erede della iconica Golf Country è davvero all’altezza del mito?

Golf Alltrack – giornalemotori.it

La Golf Alltrack nasce per portare avanti la tradizione fuoristradistica della vecchia Golf Contry. Oggi la tecnologia cambia le carte in tavola

Lo spirito avventuriero che vive in ognuno di noi automobilisti a volte si risveglia. E quando lo fa, l’unico modo per assecondarlo è avere a disposizione un’auto in grado di affrontare qualsiasi terreno.

Tanti di noi scelgono le versioni 4×4 non tanto per capriccio, quanto piuttosto per praticità. In qualunque strada ci possiamo cacciare con la nostra auto – uno sterrato malmesso, una salita coperta di ghiaccio, un tracciato pieno di fango e neve – la trazione integrale può salvarci da situazioni pericolose.

Certo, non bisogna pensare sempre e solo al peggio, ma quante volte è capitato di trovarci prorio là dove non dovevamo? Potremmo essere colti all’improvviso da una nevicata, o essere costretti ad affrontare una strada non asfaltata fuori dai circuiti abituali per raggiungere un luogo da sogno. Disporre di un buon sistema 4×4 in quei casi può fare davvero la differenza.

Golf Country, un fuoristrada vintage

Non per questo occorre comprare grandi SUV o fuoristrada dai prezzi astronomici che alla fine risultano anche poco pratici per circolare in città. Esistono sul mercato diverse alternative molto versatili, che assomigliano in tutto e per tutto a un’auto tradizionale, ma che possono garantire prestazioni simili a quelle dei più blasonati 4×4. Ossia che quando serve tirano fuori le unghie. Alcuni esperimenti hanno avuto un discreto successo, altri un po’ meno, relegando la versione 4×4 a una sorta di “vorrei ma non posso”.

Tutto dipende da cosa spinge un costruttore a realizzare una trazione integrale per uno dei suoi modelli di punta. Prendiamo ad esempio la seconda generazione di VW Golf. Prodotta dal 1986 al 1992 in circa 6,3 milioni di esemplari, questo modello fece un successo straordinario, soprattutto la GTI. La buona riuscita di questa generazione di Golf fu tale da far sbizzarrire la casa di Wolfsburg in esperimenti celebri che ottennero una grande risonanza internazionale. Proprio come la Golf Country. Prodotta in soli 8.000 esemplari, per lo più concentrati nelle zone alpine dell’Europa centrale, questo modello oggi vale ancora più di 10.000 euro. Trazione integrale Volkswagen (che una volta si chiamava Syncro), motore 1.8 litri, 97 CV.

La Golf Country dei primissimi anni ’90 – giornalemotori.it

Golf Alltrack, anima avventuriera

Quello che più colpisce di questo vecchio modello è il suo assetto. Assomiglia in tutto e per tutto a una Golf II ma in versione rinforzata. La sua altezza da terra davvero marcata e una bella ruota di scorta posizionata sulla parte posteriore la rendono molto rustica e allo stesso tempo accattivante. Oggi la sua erede è la Golf Alltrack, un’auto che sicuramente dà meno nell’occhio rispetto alla Golf Country, ma ideata comunque per affrontare tracciati fuoristrada grazie al suo assetto rialzato di 15 mm. Trazione integrale 4Motion, motore 2.0 TDI da 200 CV abbinato a un cambio a doppia frizione e 7 rapporti sono della Alltrack alcuni tra i punti forza.

Nonostante la trazione integrale, che tende di norma ad aumentare i consumi, in ciclo extraurbano questo veicolo ha dimostrato di essere più che onesto grazie ai vantaggi del motore diesel, rientrando nei 18-19 km al litro. È dotato di un sistema di infotainment MIB3 con schermo centrale da 10 pollici che supporta completamente Apple CarPlay e Android e che consente di collegare e utilizzare i dispositivi iOS e Android in modalità wireless. Quello che più colpisce della Alltrack è il Dynamic Chassis Control (DCC), un sistema che consente la regolazione elettronica delle sospensioni tramite un pulsante nella console centrale per ogni genere di utilizzo off-road. Prezzo 48.800 euro.