Categories: Attualità

Dall’Asia arriva la tecnologia che spazza via anche l’elettrico | È la fine di un’era

Una Tesla abbandonata – giornalemotori.it (foto Tesla Motor Club)

Arriverà un momento in cui diremo basta. Perché spendere tempo e denaro per una tecnologia nata vecchia? La risposta del Giappone

Quanti di noi stanno facendo sacrifici e carte false pur di acquistare un veicolo elettrico? Terrorizzati dal prezzo sempre più alto della benzina e scoraggiati dalle continue limitazioni a cui presto o tardi andranno incontro i motori a combustione, molti automobilisti non vedono l’ora di passare dalla tanica alla batteria.

Il che poi sarebbe persino molto in linea con i diktat di Bruxelles sulla riduzione delle emissioni di inquinanti e farebbe felici sindaci e giunte, che non dovrebbero più stare a scervellarsi sulle misure da adottare il prossimo inverno per abbattere polveri sottili e NOx.

Sì, tra l’altro sarebbe anche una vera e propria liberazione dal giogo dei petrolieri e dalle logiche che attanagliano il mercato del greggio. Ma quali potrebbero essere i contraccolpi nella vita di tutti i giorni, se di punto in bianco tutti noi automobilisti iniziassimo fin da ora ad utilizzare auto elettriche? Probabilmente non ce lo siamo mai chiesti, o ci ha fatto comodo non rispondere.

I problemi rimangono, le auto elettriche aumentano

L’era tecnologica delle batterie al litio sta volgendo al termine, ma rimangono praticamente invariati i problemi che la transizione all’auto a emissioni zero sta portando con sé dalla sua nascita. Alti costi di produzione, prezzi alle stelle per i consumatori, enormi problemi ambientali dovuti all’estrazione delle terre rare. Potremmo anche già fermarci qui per capire che forse la corsa al futuro della mobilità dovrebbe reindirizzarsi e cambiare un po’ il tiro. Di mezzo ci si mette anche Elon Musk che di recente ha tenuto una conference call con i suoi manager europei dicendo – testuali parole – che Tesla avrebbe “ammazzato” nel giro del prossimo anno il mercato delle auto a combustione.

Chi vivrà vedrà, intanto sembra sempre più chiaro che ci sono dei problemi strutturali che minacciano l’utilizzo di massa dell’auto elettrica. Primo fra tutti – paradossalmente – quello energetico. Ancora oggi, non solo sono insufficienti le colonnine di ricarica, ma per fare un pieno di elettroni i più fortunati possono sperare minimo in una mezz’ora. Ma anche se volessimo stare le ore in coda, la rete stessa di distribuzione dell’energia collasserebbe. Se tutti attaccassimo le nostre auto alla presa, i blackout sarebbero all’ordine del giorno.

La BMW iX5 a idrogeno – giornalemotori.it

La tecnologia che batterà l’elettrico

Insomma, la situazione non sembra migliorare da qui a poco, eppure il mercato europeo inizia ad essere invaso da modelli elettrici che promettono performance sempre migliori e grande autonomia grazie alle batterie allo stato solido. Le nuove auto però sono ultra pesanti, anche due tonnellate, e questo impatta non poco sulla loro maneggevolezza. È giunta forse l’ora di voltare pagina? In Asia qualcuno ci ha già pensato, e al posto di investire su nuove batterie sta immaginando un futuro a idrogeno. 

Il Giappone, ad esempio, sembra fare sul serio. Lì sarà sempre più difficile vedere una Tesla in giro, anche perché i costruttori – Toyota e Hyundai in testa – stanno facendo previsioni diverse. Entro il 2030 si annuncia già la vendita di 800.000 veicoli a idrogeno, mentre la Cina pensa di arrivare a un milione nel 2035. A quell’ora sarà già predisposta una oliata catena di fornitura del nuovo vettore energetico che sarà prodotto da fonti totalmente rinnovabili. Non come l’energia elettrica che produciamo oggi da fonti fossili. L’idea sta piacendo anche a BMW, che sta investendo molto sull’idrogeno attraverso una produzione limitata della iX5 Hydrogen. Stellantis guarda anche lei incuriosita e sperimenterà a breve la produzioni di veicoli commerciali a celle di combustione.

Published by
Luca Papperini