Bici, se la usi per andare a lavoro puoi guadagnare: la novità sta spopolando | Ecco il modo
Andare in bici non è mai stato così conveniente. Si abbattono le emissioni, si decongestiona il traffico e ora ti pagano anche per farlo
La bicicletta è un’invenzione portentosa. La sua portata rivoluzionaria non è stata per anni compresa fino a quando nei giorni nostri, si è rivelata una delle migliori soluzioni a costo zero per abbattere le emissioni e decongestionare il traffico.
Chi ha approfittato di una delle tante “domeniche ecologiche” per farsi un bel giro in sella alla sua bici, si sarà reso conto di quanto è pratica negli spostamenti urbani. Leggera, maneggevole, agile, la bicicletta ha tutto quel che serve per muoversi in città senza nulla da invidiare agli altri mezzi.
Per chi la utilizza abitualmente, gli ingorghi mattutini e le carrozze affollate della metropolitana sono solo un lontano e brutto ricordo. Inoltre, con l’avvento delle e-bike, che ha segnato un trend in costante aumento in tutta Europa, le biciclette hanno allargato il loro target di utenza, diventando più comode da utilizzare e più rapide.
I vantaggi “non economici” di andare in bicicletta
I governi di tutta Europa stanno prendendo molto seriamente questa “rivoluzione a pedali”, tanto che si sono già adoperati per implementare programmi appositi che spingono sempre più persone verso questa scelta vincente. Non solo per una questione di comodità e praticità, ma per diventare più sostenibili e mantenersi in salute. Uno studio recente ha rivelato che coloro che vanno al lavoro in bicicletta, ad esempio, riducono il rischio di sviluppare il cancro fino al 45% e malattie cardiovascolari fino al 46%.
L’abbandono definitivo dell’auto – perlomeno in città – consentirebbe di ridurre gli inquinanti, decongestionare il traffico, e abbattere la propria impronta di carbonio. Il che sarebbe una manna per rendere più sostenibile il settore dei trasporti, che da solo contribuisce il 25% sulle emissioni globali di gas serra. La metà di queste emissioni proviene dai veicoli privati.
C’è anche chi ti paga per pedalare
Ma quali sono i paesi europei più all’avanguardia in questa rivoluzione a pedali? Molti governi hanno capito l’importanza di incentivare la scelta di andare al lavoro in bici e hanno implementato programmi speciali per premiare nel vero senso del termine chi inforca la bici ogni mattina per andare in ufficio. L’esempio non poteva che venire dai Paesi Bassi, patria indiscussa delle due ruote, dove le aziende offrono agli impiegati una “indennità di chilometraggio“. Da oltre un decennio, le aziende olandesi rimborsano ai dipendenti in bicicletta 0,19 euro per ogni chilometro percorso, spesa che poi è detraibile dalle tasse.
Anche il Belgio – vicino di casa della terra dei tulipani – ha adottato un sistema simile, che consente ai pendolari di richiedere un rimborso di 0,24 euro per ogni chilometro percorso in bicicletta. La Francia ha visto dal canto suo un boom del 50% dei ciclisti attivi grazie a un programma molto innovativo che consente di ottenere fino a 0,25 euro per chilometro. E in Italia? Come siamo messi? Al momento l’accesso ai programmi di mobilità ciclabile dipende dalla buona volontà delle amministrazioni locali di pianificare progetti ad hoc. Ad esempio, a Bari (città che ha già implementato il “biglietto climatico”) i pendolari in bicicletta possono ricevere un rimborso di 0,21 euro per chilometro (con un tetto massimo di 25 euro al mese). A livello di amministrazione centrale invece l’unica mossa del Governo è stata incentivare con il bonus mobilità l’acquisto di una nuova bicicletta, anche a pedalata assistita, per i residenti nelle città metropolitane con oltre 50.000 abitanti.