Disgrazia nello sport: morti diversi piloti | Per loro una fine atroce
I piloti sono abituati ad affrontare la morte ogni giorno e conoscono bene i rischi a cui vanno incontro. Ma questa è stata una strage che poco ha a che vedere con lo sport
Il mondo del motorsport è un ambiente tanto pieno di adrenalina, quanto di pericoli con cui i piloti sono costretti tutti i giorni a convivere. Chi lo fa di mestiere mette in conto di poter perdere la vita da un momento all’altro e questo è un aspetto che spesso porta i piloti a sottostimare i rischi.
Girare in pista ogni giorno a bordo di una macchina da corsa o in sella a una moto lanciate a velocità folli potrà essere pure emozionante, ma basta un attimo di distrazione o un errore di valutazione e tutto può cambiare. Motivo per cui i piloti devono essere costantemente concentrati e reattivi, pronti a prendere decisioni istantanee per evitare incidenti.
In più anche il rischio delle collisioni con gli altri piloti è un’altra gatta da pelare. Quando sono in tanti a correre insieme sullo stesso tracciato, tutti spinti dal desiderio di vincere, le possibilità di incidente aumentano.
I rischi del mestiere
Può succedere che due piloti entrino in contatto, magari durante una manovra di sorpasso o durante una frenata brusca. E a volte proprio da un banale contatto si innescano incidenti orribili. Tanti degli appassionati di motorsport sono abituati ormai ad assistere a collisioni spettacolari, nel bene o nel male. Fortunatamente i veicoli da competizione di oggi sono dotati di sistemi di sicurezza che permettono ai piloti di uscire illesi anche dalle situazioni più gravi.
Ogni circuito, come anche ogni tracciato off road, ha le sue caratteristiche uniche che vanno studiate nel minimo dettaglio per evitare di finire fuori strada a velocità che lascerebbero ben poco scampo. Curve strette, rettilinei veloci, salite, discese, queste sono le cose che rendono il motorsport così avvincente. L’abilità dei piloti di affrontare tutte le insidie senza batter ciglio fa la differenza tra i semplici appassionati e i professionisti del mestiere.
Una carneficina premeditata
Ci sono però anche elementi esterni che possono mettere a rischio i piloti. Le condizioni atmosferiche che cambiano improvvisamente, come le piogge torrenziali o la nebbia fitta, che riducono la visibilità mettendo a rischio l’aderenza sulla strada. O i frequenti guasti meccanici, che possono comportare avarie serie a componenti di vitale importanza, come freni o sospensioni. Talvolta l’improvviso cedimento di uno di questi sistemi può essere causa di incidenti mortali, come quello che nel 1994 è costato la vita ad Ayrton Senna.
Nonostante tutto ciò, i piloti sono guerrieri coraggiosi, che affrontano queste sfide consapevoli dei rischi, ma pronti a fare di tutto per uscire illesi da situazioni di rischio. Talvolta però non ci sono misure di sicurezza che tengano, quando il pericolo proprio si fa imprevedibile. Come raccontano i fatti di cronaca dal Messico. Una vicenda che ha visto coinvolti una decina di piloti in una vera e propria strage a mano armata durante il rally di San Vicente, sulla splendida costa della penisola della Baja California. Un commando ha preso di mira i piloti e la folla, trasformando la manifestazione in una scena da incubo. Il bilancio è stato di dieci morti e nove feriti. Tutto è successo in questione di attimi. I killer sono scesi dalle loro auto brandendo armi automatiche dando inizio a un inferno e sparando in modo indiscriminato contro partecipanti e spettatori. Le immagini di questo orrore sono state immortalate dagli spettatori che hanno condiviso i video sui social media.