Uno dei problemi più gravi per chi acquista un’auto elettrica sono i pochi chilometri di autonomia. Le cose però sono destinate a cambiare
Le auto elettriche rappresentano il futuro della mobilità, almeno quello più prossimo, nonostante gli sforzi adottati per la loro progettazione debbano affrontare ancora grandi limiti tecnologici.
Per gli automobilisti questi limiti si trasformano spesso in gravi problemi, tanto che alcuni di questi sono ancora oggi la causa principale di un mancato decollo del mercato delle quattro ruote a zero emissioni.
L’incubo di tanti infatti è ancora quello di rimanere “scarichi” di punto in bianco, senza possibilità di trovare nei pressi una colonnina di ricarica. Un problema che affligge in tanti, soprattutto in Italia, dove la carenza infrastrutturale finisce per scoraggiare l’acquisto di un’auto elettrica.
Il punto non è solo l’assenza di una rete capillare di stazioni di ricarica. Se a questo associamo anche la scarsa autonomia, che al momento è un problema per la maggior parte dei nuovi veicoli, a parte Tesla e pochi altri, le criticità a sfavore dell’elettrico sono notevoli. Finché non si arriveranno a sviluppare nuove tecnologie di ricarica, più veloci, più potenti, più “democraticamente fruibili”, e nuove batterie più performanti, la situazione non è destinata a cambiare.
Si inizia a parlare oggi di batterie allo “stato solido”, e secondo i dati che abbiamo in mano sono davvero promettenti, in quanto possono aumentare del 50% la densità energetica di un condensatore. Ma questa tecnologia non sembra ancora matura per sbarcare sul mercato. I tempi però non sono poi così lontani. Per lo meno per Porsche, che ha allo studio un ambizioso progetto per produrre una batteria del futuro super performante, in grado di garantire oltre mille chilometri di autonomia.
La casa tedesca, costantemente impegnata nel miglioramento della tecnologia dei suoi veicoli elettrici, ha trovato nel silicio il segreto per l’eterna giovinezza delle batterie. Anche se attualmente Porsche utilizza grafite come materiale anodico, starebbe in parallelo sviluppando un nuovo anodo al silicio in grado di offrire performance mai viste prima. Secondo i suoi esperti, l’uso del silicio come materiale anodico potrebbe aumentare la capacità di memoria delle batterie fino a 10 volte e accelerare i tempi di ricarica dal 5% all’80% in meno di 15 minuti, un tempo incredibilmente breve.
Queste scoperte promettenti indicano che l’attuale composizione chimica delle batterie utilizzata da Porsche può essere ottimizzata gradualmente, senza la necessità di una completa rivoluzione che stravolga la tecnologia esistente. Migliorare la chimica delle batterie sembra essere il nuovo passo per offrire maggiore durata e migliori prestazioni. L’obiettivo è produrre veicoli sempre più efficienti, senza per questo compromettere la praticità di una ricarica rapida.