Sicurezza al volante, stop alle vendite per questo modello | Clienti traditi, rischi spaventosi
La sicurezza sempre al primo posto, purtroppo in molti casi non è così. Bufera su uno dei maggiori costruttori mondiali
Sono molteplici i fattori da considerare quando si è decisi ad acquistare un’auto. Prezzo, valore di mercato, affidabilità del brand e del modello nel tempo, sono solo alcuni degli aspetti che dovrebbero guidare la nostra scelta. Il più importante rimane senza dubbio il fattore sicurezza.
Nessuno di noi, nonostante possa prediligere un modello rispetto a un altro, si sentirebbe di mettersi alla guida di un veicolo che durante i crash test abbia evidenziato gravi problemi di sicurezza.
Ma come fare a sapere quale veicolo è più sicuro di un altro? O meglio, come evitare di acquistare un’auto che a nostra insaputa non ha superato in maniera brillante i test di sicurezza. Esistono brand e modelli che storicamente si sono imposti sul mercato per la loro affidabilità e su quella si sono costruiti un nome.
I brand più sicuri secondo Euro NCAP
Se non si è pratici in materia basta andare a sbirciare la classifica ufficiale delle auto più sicure in commercio diffusa da Euro NCAP, l’ente europeo che dal 1997 valuta la sicurezza delle vetture attraverso crash test. Nel 2022, ad esempio, i brand più sicuri si sono rivelati nell’ordine: Tesla, Lexus, Volvo e Subaru. Salta all’occhio il caso di Lexus, sottobrand di lusso di Toyota, al secondo posto della classifica. Probabilmente si tratta di un’eccezione all’interno del Gruppo nipponico, perché proprio il colosso giapponese capitanato da Akio Toyoda, presidente del consiglio di amministrazione di Toyota, è finito nella bufera per la sicurezza di uno dei suoi modelli più diffusi in tutto il mondo.
All’origine sembrano esserci gravi problemi di sicurezza che sono emersi da una sorta di confessione. Il marchio automobilistico Daihatsu, di proprietà del Gruppo Toyota dal 2016, ha ammesso di aver manipolato i risultati dei test di sicurezza sui veicoli destinati alla vendita su alcuni mercati esteri. I test falsificati riguarderebbero le portiere e la loro reazione in caso di collisioni laterali.
Toyota accusata di falsificare i test
Si è ovviamente aperto il sipario sulle pratiche di sicurezza di uno dei principali produttori automobilistici al mondo, anche se quanto accaduto non dovrebbe di certo rappresentare la norma per un gigante perfettamente collaudato come Toyota. Di fatto però non è la prima volta che uno scandalo getta ombra sui processi produttivi del Gruppo. Già tra il 2009 e il 2011 il colosso dell’automotive era stato costretto al richiamo di migliaia di veicoli per un problema all’acceleratore e all’ABS.
Questa volta sotto inchiesta è finita la Yaris Ativ – uno dei quattro modelli coinvolti nel trucco dei test – destinata al mercato thailandese. In seguito a questo scandalo, Toyota ha immediatamente sospeso le vendite, come spiega l’agenzia Reuters. Durante una conferenza stampa a Bangkok, Masahiko Maeda, CEO di Toyota Asia, ha spiegato che il problema potrebbe essere derivato dalle continue pressioni subite dai tecnici di Daihatsu durante lo sviluppo del modello Ativ.